mercoledì 31 luglio 2013

L’ Italia condannata dall’ UE

Isola di Rottnest - Susan Henderson insieme alla gamba di Salvatore

Chi non può vedere, chi non può sentire, chi non può camminare, chi insomma ha una disabilità, nel nostro Paese è destinato ad essere escluso ed emarginato.

Una persona con disabilità è considerato, suo malgrado un “paziente” (un ammalato) a vita perchè la disabilità continua ad essere considerata un tema sanitario invece che, come accade in tutti i Paesi civili, un tema di pari Opportunità.

Le nuove tecnologie nel nostro Paese continuano ad essere ignorate tranne che, a volte, per gli infortunati sul lavoro; escludendo l’invalido civile dalla vita sociale – perché se non si lavora sulla parte residua sana, potenziandone le capacità e le funzioni, di fatto si impedisce di migliorare la qualità della vita – il risultato sarà quello di incidere gravemente sui costi sociali.

Le nostre città, in barba ai diritti elementari di convivenza civile, continuano ad essere inaccessibili: le barriere architettoniche calpestano quotidianamente il diritto di autonomia, di libertà e, quindi, la dignità delle persone con disabilità.

Al pari di un Paese delle banane i più deboli subiscono le angherie più ignobili e non più tardi di una settimana fa, nel silenzio più totale anche dei media (e anche su questo sarebbe interessante dibattere), ha voluto ricordarcelo una sentenza della Corte Europea di Giustizia: L’Italia non ha adottato tutte le misure necessarie per garantire un adeguato inserimento professionale dei disabili nel mondo del lavoro. Per i giudici europei il nostro Paese “è venuto meno agli obblighi a causa di un recepimento incompleto di una direttiva varata alla fine del 2000 sulla parità di trattamento in materia di occupazione”.

Come risposta alla Corte Europea la nostra principale istituzione, il Governo, si è giustificato sostenendo che l’adeguamento dei locali e delle attrezzature, i ritmi di lavoro della persona con disabilità sono elementi che si traducono in un onere sproporzionato per chi assume e quindi, nel bilancio pubblico, questi fondi sono stati completamente eliminati. In sostanza ci è stato confermato che il disabile non potrà mai rappresentare una risorsa ma piuttosto continuerà ad essere vissuto come un pesante fardello per le casse dello Stato.

Con Affetto
Salvatore Cimmino

Italy sanctioned by the EU

Rottnest Island - Susan Henderson together of the leg of Salvatore

In Italy, those who can’t see, those who can’t hear, those who can’t walk, everyone who suffers from a disability, is doomed to be excluded and marginalized

A person with a disability is automatically considered as ill, in other words a patient for life, because disabilities continue to be treated as health issues, rather than, as happens in all civilized countries, an equal opportunity issue.

New technologies continue to be ignored in our country, except, at times, for injured workers. By excluding the disabled citizen from social life – if you do not exploit and enhance the remaining capabilities, this prevents you from improving the quality of life itself – it will seriously affect the social costs.
Our cities, in spite of the basic rights of civil society, continue to be inaccessible: architectural barriers preclude the right to autonomy, freedom and, therefore, dignity of persons with disabilities.

As in a banana republic, the weakest suffer the most. No later than a week ago, covered up by the total silence of the media (and this should be an interesting matter of debate), a judgment of the European Court of Justice has reminded us that Italy has not taken all the necessary measures to ensure adequate professional integration of the disabled into the labor market. According to the European judges, our country “has failed to fulfill its obligations as a result of its incomplete implementation of a directive adoptend in the year 2000, on equal treatment in employment and occupation.”

In response to the European Court, our main institution, the Government, has argued that, the adaptation of premises and equipment and the working time schedules of persons with disabilities, are elements that result in a disproportionate burden on the employers and therefore, in the state budget, these funds have been completely canceled. In essence, it was confirmed that the disabled will never be an asset, but rather that they will continue to be considered as a heavy burden on the state coffers.

Truly yours
Salvatore Cimmino

lunedì 15 luglio 2013

A nuoto nei mari del globo, IX tappa – Cinque Terre, il film

Solo una società accessibile può diventare una società ideale

6 luglio 2013 - Monterosso al Mare - Un gruppo fantastico

Nel mondo esistono 750 milioni di persone con disabilità, cifra che rappresenta il 10% dell’intera popolazione e, in Europa, il 15% degli abitanti.

Naturalmente noi disabili viviamo anche in Italia, siamo circa quattro milioni e, volendo continuare a fare di conto, posso tradurvi la cifra dicendo che abbiamo un’incidenza sulla popolazione piuttosto interessante, rappresentiamo, infatti, una persona su quattordici e, com’è ovvio, apparteniamo a tutte le categorie sociali perché l’handicap non distingue e neanche discrimina e quindi interessa i minori, gli anziani, i giovani, gli immigrati, i ricchi, gli indigenti, i disoccupati e gli occupati.

La nostra è una condizione, che pur nelle enormi differenze che caratterizzano ciascuna situazione individuale, richiede un’attenzione trasversale da parte di tutte le politiche sociali volte a garantire diritti di cittadinanza, istruzione e formazione, lavoro, vita indipendente, accessibilità e mobilità, salute, fruizione del tempo libero.
Le persone con disabilità possono vivere condizioni di discriminazione e mancanza di pari opportunità in tutti i settori dell’esistenza rimanendo purtroppo, in alcuni casi, vittime di esclusione sociale.

6 luglio 2013 - Monterosso al Mare - Simona Gualla, alias Super Simo!

Per questa ragione una società ideale, cioè semplicemente civile, dovrebbe essere in grado di prestare un’attenzione particolare alle persone con disabilità, contribuendo in maniera rilevante allo sviluppo e al consolidamento di adeguate politiche d’integrazione sociale e ponendo la disabilità come una questione d’interesse nazionale, progettando un Paese capace di garantire, a tutti, i diritti fondamentali, cioè il diritto all’accesso alle Nuove tecnologie, il diritto all’Educazione e all’Istruzione, il diritto al Lavoro.

La rimozione delle cause invalidanti si ottiene anche sostenendo la ricerca scientifica in collaborazione con le Università e i Centri di Ricerca: Nel nostro Paese è ormai urgente la modifica del Nomenclatore Tariffario delle protesi e degli ausili, il documento che elenca gli ausili e i presidi tecnologici forniti dal Servizio Sanitario Nazionale alle persone con Disabilità. Il documento attuale, datato 1992, non tiene conto dei risultati che la tecnologia ha raggiunto in questi ultimi 20 anni e quindi non è in grado di garantire quegli evidenti benefici derivati dal progresso della ricerca scientifica, a differenza di quanto avviene invece per il prontuario farmaceutico che, come è ovvio, viene costantemente aggiornato.

6 luglio 2013 - Monterosso al Mare - Filippo Tassara intervistato da SKY TV

Sostenere la ricerca scientifica anche nel campo protesico è necessario per migliorare la qualità della vita di tutte quelle persone che necessitano di un dispositivo a sostituzione dell’arto mancante. Allo stato attuale i risultati ottenuti sono molto incoraggianti e proprio per questo non è il momento di arrendersi. Basti pensare, per esempio, al caso di un progetto sperimentale finanziato dall’esercito degli Stati Uniti che migliora la condizione di chi ha perso gli arti inferiori attraverso una tecnologia che, interpretando i segnali nervosi dei muscoli rimasti del paziente, li traduce in movimento robotizzato.

Un altro punto a mio avviso fondamentale, in un processo di vera crescita e integrazione, è costituito dall’inserimento scolastico degli alunni con disabilità che dovrebbe costituire un punto di forza del sistema educativo. La scuola deve essere una comunità accogliente nella quale tutti gli alunni, a prescindere dalle loro diversità funzionali, possano realizzare esperienze di crescita individuale e sociale. La piena inclusione degli alunni con disabilità è un obiettivo che la scuola deve perseguire attraverso un’intensa e articolata progettualità, valorizzando le professionalità interne e le risorse offerte dal territorio.

6 luglio 2013 - Manarola - Stretching prima della partenza

Il nostro Paese si è dotato di una Legislazione attenta all’integrazione scolastica degli alunni con disabilità: abbattimento delle barriere architettoniche nella scuola; trasporto scolastico; l’assistenza durante l’orario scolastico; organizza la formazione e l’aggiornamento del personale docente in materia di integrazione scolastica; predispone attività di orientamento fin dalla scuola secondaria e di primo grado; garantisce la continuità educativa e didattica tra un ciclo e l’altro della scuola, prevedendo la consultazione obbligatoria tra gli insegnanti; garantisce la possibilità di completare la scuola dell’obbligo.

Ma afferma anche, purtroppo, che tali servizi sono erogati nei limiti delle disponibilità di bilancio. Attiviamoci tutti perché questi limiti siano rivisti e diventino più favorevoli per le famiglie in stato di necessità che devono poter trovare, anche nella scuola, quel sostegno ad un percorso che altrimenti, in solitudine, è durissimo da portare avanti.

E veniamo al mondo del lavoro. È arrivato, secondo me, il momento di individuare davvero, nel lavoratore con disabilità, una risorsa per la comunità. Da sempre i rapporti tra disabili e mondo del lavoro risultano problematici. Irti di barriere sociali e ostacoli burocratici. Così per la persona disabile, al dramma delle limitazioni fisiche e psichiche si aggiunge la difficoltà di far valere i propri diritti. Legittimi, sacrosanti e normati dalla Legge 68 che ha sostituito precedenti regolamenti, leggine e circolari vecchie di oltre vent’anni.

Tra gli obiettivi della nuova normativa, oltre all’assunzione a pieno titolo in aziende pubbliche e private, è previsto che l’inserimento al lavoro della persona con disabilità miri a: «valorizzare le abilità residue e le potenzialità inespresse».

6 luglio 2013 - Monterosso al Mare - l' Arrivo

Ma le cose nella pratica, funzionano diversamente. Infatti soltanto un’ azienda su quattro si preoccupa della completa integrazione della persona con disabilità attraverso un’accoglienza e un inserimento adeguato, supportato da colleghi con mansioni di affiancamento. Le altre 3 aziende si preoccupano solo di adempiere all’assunzione di legge. Senza mettere in atto politiche d’inserimento ad hoc, quindi rimanendo lontani da quanto sta scritto nella Legge 68/1999 che enfatizza il passaggio del disabile: «da obbligo a risorsa attiva». Senza dimenticare i casi in cui alcune aziende preferiscono pagare multe risibili là dove esistono commissioni di controllo sul collocamento obbligatorio.

Infine vorrei ricordare a tutti la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità che per me rappresenta un punto fondamentale dal quale partire per affermare finalmente, in tutto il mondo, i basilari e sacrosanti diritti alla democrazia e alla civiltà.

Questo importante strumento, frutto di battaglie appassionate, confronto costante e dialogo tra le istituzioni e il mondo della società civile, è stata l’ occasione per dare piena e concreta attuazione al principio da tutti evocato del “Niente su di noi, senza di noi”.

Sono convinto che la risposta alla spesso drammatica realtà delle persone disabili si trovi aumentando le occasioni di mobilità sociale: bisogna finalmente far uscire le nuove tecnologie dai cassetti e renderle accessibili in modo tale da facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro, occupare una casa, frequentare la scuola con dignità.

6 luglio 2013 - Monterosso al Mare - Salvatore Cimmino intervistato da Riccardo Re di SKY TV

L’attualità impone a noi tutti di fare un passo avanti: recuperare e integrare le persone con disabilità non è solo un dovere morale ma anche e soprattutto economico. In un momento di forte crisi, come quello che stiamo attraversando, il contributo degli oltre 750 milioni di persone con disabilità che abitano la terra potrebbe aiutare ad affrontare, in maniera significativa, le nostre difficoltà.

Il mio sogno è che anche altre realtà importanti, oltre al MIT, l’ Università Bio-Campus e la Selex Electronic Systems, decidano di offrire le proprie competenze per avviare un processo che, partendo dall’industria, determini un vero progresso nelle condizioni di vita dei disabili e avvii un percorso di reale integrazione.

6 luglio 2013 - Monterosso al Mare - l' Abbraccio con Super Simo!

In conclusione, mi appello a quelle realtà che operano nel mondo Accademico, nel mondo dell’industria, dell’assistenza e della riabilitazione protesica, perché facciano un passo avanti, cooperino e contribuiscano alla trasformazione della sofferenza delle persone con disabilità, in gioia di vivere.

Grazie della Vostra attenzione
Salvatore Cimmino

To become an ideal one, society must become accessible

July 6th, 2013 - Monterosso al Mare - A wonderful team

There are 750 million disabled people in the world, about 10% of the entire population. In Europe, they account for 15% of the people.

In Italy there are 4 million people who suffer from disabilities, 1 in 14.

They belong to all categories: minors, elderly, immigrants, unemployed.

They need assistance from every social policy: citizenship rights, education and training, jobs, independent lives, accessibility and mobility, health care, free time.

People with disabilities may undergo discrimination and lack of equal opportunities in all aspects of life, often resulting in social exclusion.

For these very reasons, an ideal society should pay special attention to disabled people, developing and strengthening more broad and adequate policies for social integration, by focusing on disability in the context of national interest: right to access new technologies, education and jobs.

July 6th, 2013 - Monterosso al Mare - Simona Gualla, alias Super Simo!

You can remove the invalidating causes by supporting scientific research and by cooperating with universities and research centers. In our country, it is paramount to change the National Prosthetic Tariff, the document which lists the prosthetic aids and technologies that are supplied by the National Health System to disabled people. This tariff, which was created back in 1992, doesn’t take into account the technical advances of the last 20 years, and is therefore unable to guarantee the clear benefits deriving from scientific research to the people with disabilities, as opposed to the Pharmaceutical Tariff, which is continuously updated.

It is therefore very important to support scientific research in the field of prosthetic aid, to improve the quality of life of those who need such devices, as a replacement for a missing limb. At the moment, results are very encouraging, so it’s not the time to give up.

As an example, we could mention an experimental project carried out by the United States Army, which improves the conditions of soldiers who have lost their legs, through a technology that understands the nerve signals from the muscles that are still in place, and translates them into robotic movements.

Integration of people with disabilities in schools is a strong indicator for our educational system. Our schools should be welcoming communities where all pupils, regardless of their functional differences, may achieve their growth potential as individuals and in society. Disabled children should be fully embraced through a wide range of projects within the educational system and throughout resources of the local territories.

July 6th, 2013 - Monterosso al Mare - Filippo Tassara interviewed by SKY TV

Our country has adopted laws which focus on school integration of disabled children. It calls for architectural barriers to be removed; allows for school transportation; gives assistance during school hours; supports training of the teachers on integration issues; makes orientation available since elementary school; guarantees continuity between one educational cycle to the next; imposes mandatory instruction.

It also states, however, that such provisions are restricted within budget limits.

The disabled worker must be a resource for the community.

The relationship between the productive world and disabled people has always been problematic. There have always been social barriers and bureaucratic obstacles. So the disabled person not only suffers from his physical and psychological limitations, but also has a hard time enforcing his rights. Rights that are legitimate and sacrosanct, as regulated by Law n. 68/1999, which has replaced regulations, decrees and other norms that were over 20 years old.

July 6th, 2013 - Manarola - Salvatore Cimmino, stretching before the start

Among the goals of the new legal framework, we find long-term employment in public and private enterprises, so that the disabled person may, through his work, “exploit his residual skills and unexpressed potential”.

In practice, however, it works differently. Only 1 in 4 enterprises actively cares about complete integration of the person with disabilities, with adequate policies and co-worker support and aid.

The other 3 only worry about legal compliance, without implementing ad-hoc integration policies, therefore distancing themselves from the provisions of Law 68/1999, which emphasizes the role of the disabled person, from a “constraint to an active resource”. Without forgetting to mention those cases where enterprises prefer to pay minor fines, when they are subject to scrutiny from statutory employment commissions.

July 6th, 2013 - Monterosso al Mare - Finish line

The United Nations Convention on the Rights of Persons with Disabilities is, for me, part of a fight for democracy and civilization.

This important instrument, the result of a passionate battle and a source of constant debate and dialogue between institutions and society, has been the practical ground for the factual implementation of the universal principle that states “Nothing against us, nothing without us”.

I am convinced that the answer to this dramatic reality, is to increase the opportunities for social mobility. We must free new technologies from our drawers and make them accessible to disabled people, in order to help them join the work force, live in a home, attend school with dignity.

July 6th, 2013 - Monterosso al Mare - Salvatore Cimmino interviewed by Riccardo Re di SKY TV

Modern life forces us to make a step forward: taking back and integrating people with disabilities is not just a moral obligation, but first and foremost an economic one. In times of crisis like the one we are currently experiencing, the contribution from the over 750 million disabled people on the planet could significantly help us face the obstacles before us.

My dream is that important entities, other than the MIT, the Bio-Campus and Selex Electronics Systems, will join their competences in order to trigger a process which, stemming from the industry, will determine a real progress in the life conditions of the disabled, and a path of true integration.

July 6th, 2013 - Monterosso al Mare - Big hug between Salvatore and Super Simo

I therefore conclude with an appeal to those forces which operate in the academic, manufacturing, health-care and prosthetic rehabilitation sectors, so that they can move forward, by cooperating and contributing to the transformation of the pain the disabled people suffer from, in joy of living.

Thank you for your attention
Salvatore Cimmino