giovedì 23 dicembre 2010

Buon Natale


















Giro d' Europa a nuoto
Copenhagen, 1 settembre 2009

C’è un principio al di sopra di noi, al di sopra della nostra esperienza e della nostra vita ed è questo: il bene comune. Il bene della gente.
In occasione del Natale voglio augurare con passione un futuro sereno ma, soprattutto, da protagonisti alle persone disabili e alle loro famiglie che, di fatto, sono costrette ad assistere passivamente alla vita, come spettatori e non più, (o non mai) come attori.

Voglio augurare Buon Natale e un 2011 pieno di gioia e grandi opportunità alla classe politica di tutto il globo, di destra, di sinistra e di centro affinché legiferino favorendo la libertà, l’uguaglianza, il rispetto della dignità e promuovendo una politica volta a:

pianificare e attuare interventi finalizzati al miglioramento delle condizioni di vita delle persone disabili e delle loro famiglie;

rendere fruibile la tecnologia moderna e innovatrice per tutti quelli che ne hanno bisogno;

fornire alla società quegli strumenti culturali che possano renderla integra e accogliente;

abbattere le barriere architettoniche, morali e psicologiche affinché il lavoro, la dignità, la libertà e l’autonomia non restino un progetto ma diventino una realtà.

creare le condizioni perché il progresso e il benessere diventino valori condivisibili per tutti.

Voglio augurare Buon Natale e un Felice 2011 a Filippo Tassara, mio coach, Luca Baldini, Riccardo De Martino, Riccardo Rosa, Stefano Di Segni e Gianandrea Strekelj per la loro vicinanza e il loro sostegno.

Voglio augurare buon Natale e un prospero 2011 ai Kibbuts Tsad Kadima e Beit Eyal, l’ ambasciata italiana in Israele insieme a tutti gli arabi e gli israeliani, Al Comune di Capodistria, Trieste e Muggia insieme gli abitanti e alle istituzioni, agli organizzatori della Santa Fè – Coronda, della Maraton de Natacion del Sumidero, al Collegio del Mondo Unito, a John Kirwan insieme a tutti i Neozelandesi, John e Francesca Lauro insieme a tutti gli Australiani, al Team della New York Swim Marathon e alle missioni dei Caracciolini e delle Dorotee di Cemmo insieme a tutti i Congolesi che grazie alla loro sensibilità e alla loro condivisione hanno reso possibile la realizzazione del progetto “A nuoto nei mari del globo”.

Infine voglio augurare Buon Natale e un fiorente 2011 al Circolo Canottieri Aniene e alla Fondazione Roma che insieme hanno consentito che i miei sogni e i miei pensieri si traducessero in realtà.

Con Affetto
Salvatore Cimmino

Merry Christmas













Salvatore Cimmino with Yoel Viterbo,
( Tsad Kadima student )



There is a principle above us, beyond our experience and our life: it is the common good. The good of the people.

It's Christmas and I want to wholeheartedly wish a bright future, one as protagonists to all persons with disabilities and to their families, who would otherwise be forced to stand by and watch life as spectators and no longer (or never) as actors .

I want to wish a Merry Christmas and a bright year 2011, full of joy and great opportunities to all politicians around the globe, right, left and center, so that they can legislate and promote freedom, equality, respect and dignity and support and implement policies that can:

improve the living conditions of people with disabilities and their families;

make modern technology and innovation available to those who need it;

provide society with the cultural tools which will make it inclusive and welcoming;

tear down architectural, moral and psychological barriers, so that work, dignity, freedom and autonomy do not remain on paper but become a reality.

create the conditions to make sure that progress and prosperity finally become shared values for all.

I want to wish Merry Christmas and a Happy 2011 to Filippo Tassara, my coach and to Luca Baldini, Riccardo De Martino, Riccardo Rosa, Stefano Di Segni and Gianandrea Strekelj for their close support.

I want to wish a Merry Christmas and a prosperous 2011 to Kibbutz Tsada Kadima and Beit Eyal, to the Italian Embassy in Israel and to all the Arabs and Israelis, to the Municipalities of Koper, Trieste and Muggia, together with their people and institutions, to the organizers of the Santa Fe - Coronda Maraton de Natacion del Sumidero, to the United World College, to John Kirwan, together with all the New Zealanders, to John and Francesca Lauro and to all the Australians, to the New York Swim Marathon Team, to the missions of the Caracciolini and of the Dorotee of Cemmo and finally to all the Congolese people. Your generosity and sympathy made my "Swimming in the Seas of the Globe." project happen.

Finally, I want to wish Merry Christmas and a prosperous 2011 to the Circolo Canottieri Aniene and to the Fondazione Roma, whose joint support has made my dreams and propositions become real.

Affectionately,
Salvatore Cimmino

giovedì 2 dicembre 2010

3 dicembre 2010, Giornata internazionale delle persone con disabilità














Palinuro, 4 settembre 2010


La questione disabilità, oggi, è sempre più sentita nella società. Ma solo parzialmente:
associazioni, siti internet e giornali ne parlano quotidianamente, comunicando lo sviluppo di nuove ricerche volte a migliorare la qualità della vita; anche lo sport, attraverso le paraolimpiadi, ha fatto conoscere al mondo l’ esistenza di decine di milioni di ragazzi e ragazze con disabilità, e l’ attenzione della società è certamente maggiore rispetto al passato. Ma è altrettanto vero che nella pratica non si agisce come la condizione di milioni di persone, ( oltre 600 milioni nel mondo, il 10% della popolazione totale ), richiederebbe.
Sarebbe importante riflettere, dedicare più tempo e attenzione alle persone disabili perché tale condizione comporta sofferenza e disagio, per sé e per le famiglie.
La società deve comprendere che oltre a problemi tipicamente pratici come muoversi, mangiare, lavarsi, chi convive con un handicap spesso ha difficoltà ad accettarsi, a relazionarsi con l’esterno. L’ideale sarebbe che la società intervenisse per colmare la enorme distanza che ancora separa le persone disabili dal mondo reale e cosiddetto produttivo, considerando in pieno ed affrontando insieme le difficoltà che questi incontrano quotidianamente.
Per fare qualche esempio: in Italia, nonostante l’attuale normativa in materia di barriere architettoniche sia in vigore dal 1989, capita ancora troppo spesso di imbattersi in edifici, pubblici e privati, in cui persistono gravi impedimenti al comodo uso degli spazi. Accessi, ingressi, porte, pavimenti, servizi igienici, ascensori, altezze di vari elementi non fruibili se non da chi è nel pieno delle proprie capacità motorie e fisiche. Quando si costruiscono edifici, non sempre infatti si pensa alla condizione di chi è disabile, che oltretutto spesso non ha neanche voce in capitolo.
Nonostante l’ attuale normativa in materia di occupazione, ( Legge N. 68/1999 ), In Italia sono più di un milione i disabili iscritti nelle liste di collocamento mirato, 700 mila soltanto al sud. Il loro tasso di disoccupazione sfiora l’ 80%. Si è arrivati a queste cifre perchè le aziende preferiscono pagare multe risibili là dove esistono commissioni di controllo sul collocamento obbligatorio. Una doppia piaga se si considera il disagio causato a queste persone, private del bisogno di ogni essere umano di sentirsi utili e parte attiva del tessuto sociale.
Incredibile è il fatto che una delle cause principali dell’esclusione dal mondo del lavoro e dell’ istruzione sia rappresentata dalla tecnologia, da sempre strumento di inclusione sociale per i disabili. Esempio calzante di questa situazione, ma non unico, arriva dal mancato aggiornamento del Nomenclatore Tariffario, strumento che regola la fornitura dei presidi protesici, il quale non viene aggiornato dal 1992 e dunque non tiene conto dei progressi fondamentali ottenuti dalla ricerca, precludendo di fatto i diritti di libertà e autonomia.
In realtà le discriminazioni esistono ancora. Forse sono più sottili, meno visibili, ma sono presenti ancora oggi. E ancora oggi le persone disabili incontrano difficoltà legate a pregiudizi e a mancanza di sensibilità.
“L’attuale modello sociale” - rifletteva il professore Len Barton, durante il convegno internazionale sull’ Educazione Inclusiva tenutosi a Bergamo il 27 febbraio del 2009, docente di Educazione inclusiva alla facoltà di pedagogia dell’ Università di Londra - «non è un insieme fisso e immodificabile di idee. Bisogna avere la volontà di cambiare il mondo, di cambiare ciò che è discriminatorio e far diventare le strutture più accoglienti e inclusive. Perché si possa creare un mondo diverso, un mondo davvero democratico caratterizzato da uguaglianza, da genuine e vere opportunità in termini di benessere e di guadagno. Un mondo dove la disabilità venga valorizzata e celebrata, un mondo inclusivo per tutti».
La scuola in questo senso ha un ruolo importante, fondamentale, per far sentire “normali” tutti, per dare a ognuno la possibilità di istruirsi. Ultimamente in ambito scolastico si sta diffondendo un concetto nuovo, quello di “educazione inclusiva”. Come dice la parola, l’educazione inclusiva è mirata a includere tutte le persone, comprese quelle con determinati svantaggi, all’interno del processo educativo. L’educazione scolastica è fondamentale per il tema della disabilità perché l’inclusione sociale non è scindibile dall’“educazione inclusiva”: l’inclusione di tutti (disabili e non) nella società passa attraverso l’inclusione nell’educazione.
Dopodomani è il 3 dicembre, si celebra la Giornata dei diritti delle persone con disabilità, adottata dall’ Assemblea Generale dell’ ONU dal 1982, coglierei l’ occasione per invitare a riflettere a quanti credono nella Democrazia, nell’ Uguaglianza e nelle Leggi a porre grande attenzione all’ integrazione ed all’ inclusione delle persone con disabilità.

Con Affetto
Salvatore Cimmino

December 3th 2010, International Day of Persons with Disabilities














Third stage of Italian swimming tour
june 17th 2007



The issues regarding disabilities are increasingly being felt among our society, but in a somewhat partial way. Associations, websites and the press mention them every day, reporting on new research and developments which improve the quality of life. The same is true in the world of sports, through the Paralympics, which have made the world aware of tens of millions of young men and women with different abilities, finally enlightning our societies on the subject. It is also true, however, that in practice not everything that is possible is done to meet the needs of over 600 million people, who account for 10% of the world's total population. It would be important to spend extra time and focus more on disabled people, because their condition is a great source of pain and discomfort both for them and their families. Society must realize that besides the typical practical problems such as moving, eating and cleaning oneself, those who are affected by a disability often have a hard time accepting their condition and building relationships. Ideally society should try to fill the huge gap that separates disabled people from the real and productive world, teaming up with them to overcome the obstacles that they face every single day.
To mention just a few examples: in Italy, despite the fact that the current rules against architectural barriers were approved in 1989, still too many buildings, public and private, are problematic to access and move around. Entrances, hallways, doors, pavements, toilets, lifts, and various other elements are not accessible to everyone, but only to those who enjoy full physical capabilities. Many times, the special needs of the disabled ones, who often have no say at all, are ignored when new buildings are designed. Despite the current legislation on labour (Law No. 68/1999), in Italy over one million disabled people are registered as jobless, of which 700 thousand are in the South alone. Their unemployment rate is nearly 80% and we ended up with these figures because companies prefer to pay ridiculously small fines wherever there are supervisory committees on compulsory employment of the disabled workers. This doubles the pain suffered by people who are deprived of their basic need to feel useful and productively part of the social fabric.
It is unbelievable that one of the main factors separating disabled people from the productive world is technology, which has always been one of the most powerful tools of social inclusion. A striking example, among many others, is the Italian Nomenclature Tariff, the legislative instrument that regulates the provision of prosthetic aids. It hasn't been updated since 1992 and therefore it currently doesn't take into account the substantial progress achieved by research, effectively precluding the rights of freedom and autonomy.
In the real world, discrimination is still very much a fact of life. Perhaps it is more subtle and less visible, but it still exists. Even today, people with disabilities face prejudice and lack of sensitivity.
To quote London University's professor Len Barton's speech at the Convention for Inclusive Education last year in Bergamo, "The current social model is not a set of fixed and immutable ideas. We must be willing to change the world when it is discriminatory, and make its facilities more welcoming and inclusive. Because we can create a different world, a truly democratic one characterized by equality and by real opportunities in terms of wealth and income. A world where disability is valued and celebrated, a world inclusive for all."
The school's role is therefore essential so that every person may feel normal, and so that everyone may have the opportunity of a real education. In recent times, a new concept has been gaining traction in schools, one of "Inclusive education". As self-explanatory as it is, it aims at including everyone, and especially those with specific problems, within the learning process. Formal education is central to the issue of disability as social inclusion can not be separated from the "Inclusive education": the inclusion of every person (disabled or not) within our society may only be achieved through education.
Tomorrow is December 3rd, and we celebrate the International Day of Persons with Disabilities, proclaimed by the United Nations General Assembly in 1982. It is a wonderful opportunity for all those who believe
in democracy, in equality and in the rule of law, to focus on the integration and the inclusion of all people with disabilities.

Sincerely
Salvatore Cimmino