giovedì 15 luglio 2010

DEMOCRAZIA











Il termine democrazia deriva dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, ed etimologicamente significa governo del popolo.




















« Spesso abbiamo stampato la parola Democrazia. Eppure non mi stancherò di ripetere che è una parola il cui senso reale è ancora dormiente, non è ancora stato risvegliato, nonostante la risonanza delle molte furiose tempeste da cui sono provenute le sue sillabe, da penne o lingue. È una grande parola, la cui storia, suppongo, non è ancora stata scritta, perché quella storia deve ancora essere messa in atto. »

(Walt Whitman, Prospettive democratiche)


Alla luce degli ultimi avvenimenti possiamo affermare che le teorie della democrazia non prendono in considerazione le persone disabili: non esiste ancora oggi un modello inclusivo che promuova la giustizia: le persone con disabilità non sono eguali alle altre, non godendo degli stessi diritti.
Nonostante le teorie della giustizia suppongano di basarsi sull’ eguaglianza di tutte le persone, esse non danno il giusto rilievo alle rivendicazioni delle persone con disabilità, che nelle società attuali non sono incluse come cittadini sulla base di parametri di eguaglianza con gli altri cittadini: è quanto sostiene tra l’ altro Martha Nussbaum, luminare americana, nel suo ultimo lavoro: Le nuove frontiere della giustizia. Disabilità, nazionalità, appartenenza.













Martha Nussbaum


I teorici del contratto sociale, nella tradizione classica, continua la Nussbaum, assumevano che i soggetti contraenti fossero persone uguali riguardo alle capacità e in grado di svolgere un’ attività economica produttiva, escludendo di fatto le persone non produttive: donne, bambini, anziani e disabili; oggi sono stati riabilitati gli anziani e le donne, (i bambini no ), e non le persone disabili che, non venendo prese in considerazione ex ante, non trovano posto sulla scena nel momento delle scelte politiche fondamentali, ma soltanto ex post, ovvero in un momento successivo, quando grazie al senso della benevolenza ci si accorge che esistono anch’ essi.
Questo significa che certamente gli interessi delle persone disabili verranno trattati, ma soltanto in un certo momento, in modo che i loro bisogni non influiscano sulle scelte dei principi politici fondamentali.
Per fare degli esempi: nonostante l’attuale normativa in materia di barriere architettoniche sia in vigore dal 1989, capita ancora troppo spesso di imbattersi in edifici, pubblici e privati, in cui persistono gravi impedimenti al comodo uso degli spazi. Accessi, ingressi, porte, pavimenti, servizi igienici, ascensori, altezze di vari elementi non fruibili se non da chi è nel pieno delle proprie capacità motorie e fisiche. Quando si costruiscono edifici, non sempre infatti si pensa alla condizione di chi è disabile, che oltretutto non ha voce in capitolo.
Nonostante l’ attuale normativa in materia di occupazione, ( Legge N. 68/1999 ), In Italia sono più di un milione i disabili iscritti nelle liste di collocamento mirato, 700 mila soltanto al sud. Il loro tasso di disoccupazione sfiora l’ 80%. Si è arrivati a queste cifre perchè le aziende preferiscono pagare multe risibili là dove esistono commissioni di controllo sul collocamento obbligatorio. Una doppia piaga se si considera il disagio causato a queste persone, private del bisogno di ogni essere umano di sentirsi utili e parte attiva del tessuto sociale.
Incredibile è il fatto che una delle cause principali dell’esclusione dal mondo del lavoro sia rappresentata dalla tecnologia, da sempre strumento di inclusione sociale per i disabili. Esempio calzante di questa situazione, ma non unico, arriva dal mancato aggiornamento del Nomenclatore Tariffario, strumento che regola la fornitura dei presidi protesici, il quale non viene aggiornato dal 1992 e dunque non tiene conto dei progressi fondamentali ottenuti dalla ricerca, precludendo di fatto i diritti di libertà e autonomia.
Da qui è partita la mia battaglia, consapevole che grazie alla tecnologia odierna oggi è possibile pianificare ed attuare interventi mirati tali da migliorare drasticamente le condizioni di vita di una persona disabile.

Con Affetto
Salvatore Cimmino

DEMOCRACY











The term democracy comes from the greek words: demos (democracy) and Kratos (people), and etymologically means government by the people.


















"Often we printed the word Democracy. Yet I shall not tire of repeating that is a word whose meaning is still the real sleeper is not awakened yet, despite the resonance of many furious storms which its syllables have come, from pen or languages. It is a great word, whose history, I suppose, has not yet been written, because that story has yet to be implemented. "

(Walt Whitman, Democratic prospects )

In light of recent events, we can say that the theories of democracy fail to take into consideration the disabled: there is still an inclusive model that promotes justice: people with disabilities are not equal to others, not enjoying the same rights.
Despite the theories of justice suppose to rely on 'equality of all people, they do not give the due importance to the claims of people with disabilities who are not included in today's society as citizens on the basis of parameters of equality with other citizens, this is what Martha Nussbaum, American luminary, says in his latest work: “The new frontiers of justice. Disability, nationality, membership”.

















Martha Nussbaum

The theorists of the social contract, Nussbaum continues, assumed that the contracting parties were equal with regard to skills, and able to play a 'productive economic activity, effectively excluding non-productive people: women, children, elderly and disabled. The elderly women (no children) have been rehabilitated during the last years, the disabled people havn’t. They are not being taken into account when the fundamental policy choices are taken, but only ex post or later, when the sense of benevolence makes evident that they exist too.
This certainly means that the interests of people with disabilities will be treated, but only at a certain time, so that their needs do not affect the choice of fundamental political principles.
To give some examples: despite the current framework of architectural barriers in force since 1989, it happens too often to run into buildings, public and private, where serious impediments to the comfortable use of space still remain. Entrances, hallways, doors, floors, toilets, lifts, heights of various elements not accessible. The disabled people, who haven’t got any voice, are never taken in consideration when new buildings are built.
Despite the 'current legislation in employment, (Law No 68/1999) in Italy are more than one million people with disabilities registered as unemployed, 700 000 just in the south. Their unemployment rate touchs the 80%. The companies prefer to pay ridiculous fines where there are oversight committees on compulsory employment. A double scourge considering the inconvenience to these people, deprived of all human needs to feel useful and active part of the social fabric.
Incredible is the fact that a major cause of exclusion from work is represented by technology, always mean of social inclusion for people with disabilities. A good example of this situation, which is not unique, comes from the failure in the updating of the Parts Price List, an instrument that regulates the supply of prosthetic garrisons, which hasn’t been updated since 1992 and therefore does not take into account the substantial progress achieved by research, precluding the rights of freedom and autonomy.

Yours faithfully
Salvatore Cimmino

lunedì 5 luglio 2010

PARADOSSO















http://superando.eosservice.com/content/view/6150/112/


L’ Italia è un paese “paradossale”, basti pensare alle innumerevoli contraddizioni che tradiscono imbarazzanti problemi legati a questioni sociali, economiche, istituzionali: politiche, per comprenderci.
Dal greco parà, ( contro ) e doxa, ( opinione ): un paradosso è un pensiero formulato in contraddizione con i principi della logica comune.
Fatta questa analisi etimologica, mi sovviene di fare un’ altra constatazione: l’abitudine del senso comune guarda alle situazioni paradossali in modo direttamente proporzionale al loro sussistere nel tempo: una situazione, per quanto assurda , dopo un po’ non fa nessun effetto, subentra l’assuefazione.
E’ lo stesso principio per cui l’abitudine tradisce il vero aspetto delle cose.
Questo è esattamente quello che caratterizza maggiormente certe realtà invisibili del nostro Paese. Tra tutte una in particolare getta uno sguardo di penosa vergogna sulle nostre istituzioni:
la realtà invisibile dei disabili!
Si tratta di una realtà imbarazzante a tutti gli effetti se pensiamo che, attualmente, non esiste un’ analisi capace di fotografare in modo esatto e strutturato le dimensioni e le condizioni di vita della popolazione disabile.
Nella maggior parte della nostre regioni non esiste un’anagrafe della disabilità, per cui non è possibile avere una chiara percezione del fenomeno.
Oggi, se non ci fosse il supporto delle famiglie, i disabili, per la maggior parte, vivrebbero una situazione devastante.
Nel nostro Paese, l’unico in occidente, i Diritti dei disabili, sanciti peraltro da una legislazione estremamente avanzata, non vengono né attuati né rispettati, e l’ultima manovra finanziaria ne è la dimostrazione: oltre cinque milioni di persone hanno subito l’ennesimo torto. La percentuale di disabilità necessaria per accedere al sussidio è stata aumentata dal 74 all’85% e questo esclude di fatto dal servizio persone con disabilità molto serie come per esempio i down, gli amputati, bi amputati, paraplegici, tetraplegici. In pratica rimangono contemplate solo le persone affette da grave o totale paralisi, privando una intera categoria di diritti già, e giustamente, acquisiti. Private di questo sussidio di circa 260 euro molte famiglie, già duramente provate, si troveranno ai margini della soglia di povertà, ancora più incapaci di provvedere al disagio e alle difficoltà dei familiari bisognosi.
E’ stata annunciata, in proposito, una manifestazione di protesta delle maggiori associazioni di settore per il prossimo 7 luglio (in un primo tempo si doveva svolgere il 1° luglio), e io colgo l’occasione per richiamare quei parlamentari disabili, almeno loro, che avevano promesso di emendare quella parte di finanziaria che maggiormente ci riguarda, a tener fede alle loro promesse.
Mi ritrovo con amarezza a dover costatare che nel nostro Paese, nonostante trascorsi veramente illuminati, che hanno portato a legiferare in maniera avanzata e intelligente sulla materia dei diritti dei disabili, allo stato attuale non c’è uguaglianza in termini di opportunità per le persone disabili: è presente invece una pericolosa tendenza ad escludere, invece che ad includere, a smantellare, quando presenti, quei contesti strutturalmente preparati ad accogliere persone disabili, e a non progettarne di nuovi, una sostanziale incapacità di elaborazione di politiche atte a tutelare chi non è autosufficiente.

Chiedo scusa per queste amare riflessioni e concludo ricordando che la Comunità Europea, nel 1999, ha adottato una normativa costruita su un insieme di misure di lotta contro la discriminazione dei disabili relativa ai settori principali di intervento che riguardano l’ occupazione, l’ istruzione, la formazione professionale e il trasporto, ricordando che la mobilità per le persone disabili è cruciale.
Bene, questa normativa, nonostante l’Italia sia un membro fondante della Comunità Europea, nel nostro Paese viene quasi sistematicamente ignorata, soprattutto per l’ambito che riguarda la questione della mobilità.

PARADOX



















rehabilitation
http://superando.eosservice.com/content/view/6150/112/


Italy is a “paradoxical” Country, is enough thinking to the innumerable contradictions that betray embarrasses problems connected to social, economical, institutional issues; politics, in other words.
From the Greek parà, (against) and doxa (opinion): a paradox is a thought that is in contradiction with the principles of the common logic.
After this etymological analysis, I would like to make another statement of fact: the habit to observe at paradoxical situations in a properly related way to the time of its existence: an absurd situation, after a while do not produce any effect, the habit-forming take place.
Is the same principle that make habits betray the real aspect of things.
This is exactly what characterize certain invisible facts of our country. Among those there is a particular one that fling a glance of painful shame on our institutions: the invisible reality of disabled person!
Is a embarrassment reality at all levels if we think that, currently, does not exist an analysis able to photograph in a structural and exactly way the entity and the conditions of life of disabled person.
In the majority of our regions do not exist a register office of disability, for this reason is not possible to have a clear perception of the phenomenon.
Today, unless of the family’s support, disabled person, for the most part would live in a devasting way.
Even in the presence of a very advanced legislation, in our country - the only such one in the western world – the rights of disabled people are neither respected nor enforced. The latest Financial Bill demonstrates that beyond any doubt: about five million people got the latest offence. The percentage of disability required to get a subsidy from the State was ibcreased from 74% to 85%. This excludes from any help people with serious disabilities, foe instance …….. In practice, only people with very serious or total paralysis remain protected. An entire category is deprived of recognized and well established rights. The subsidy of 260 Euro will cause unbearable hardship to many families, unable to take care of their beloved ones.
A protest rally was called for July 7th by the main organization protecting assistance rights to the disabled. I take the opportunity to encourage those Members of Parliaments with disabilities, who had promised to propose amendments to a such penalizing legislation, the keep their word. I am painfully aware that in Italy disabled people don not enjoy equal right, even though an enlighted legislation had been existing previously. The legislative trend now has a tendency to “excluding” instead of “including” and eliminate the Institutions devoted to the less lucky ones.
I recall, in the end, that the EU adopted in 1999 a whole body of principles and measures against the discrimination of the disabled ones especially in the areas of employment, education, professional training and transportation. This last one recognizing that mobility is very important to disabled people. Well…Italy, as a founding member of EU, almost systematically ignores the discriminating issue of mobility.

Yours Faithfully
Salvatore Cimmino