giovedì 12 giugno 2008

Figli di una Tecnologia minore, per non precludere l' innovazione ai disabili








Alla c.a. Ministero della Salute
e p.c. Servizio Sanitario Nazionale

Egregio Ministro,

Il genere umano entra nel terzo millennio con la consapevolezza che la ricerca, nell’ambito delle tecnologie biomediche, ha raggiunto e superato quello che negli anni ’80 si considerava un prodotto della fantasia.
Non sono passati molti anni da quei telefilm che ci proponevano un uomo o una donna bionica, ovvero un essere umano che poteva vivere una vita normale grazie a protesi ed organi artificiali che gli erano stati innestati.
Oggi i “pezzi di ricambio” in grado di ridare energia vitale e ritorno alla normalità per un soggetto menomato da un grave incidente o affetto da una grave patologia cominciano ad essere realtà, anche se non si sta parlando di un superuomo come nei telefilm, ma di una persona a cui la scienza e la medicina hanno dato la possibilità, grazie alle tecnologie biomediche oggi disponibili, di reintegrare funzioni biologiche compromesse con la sostituzione di una o più parti del suo corpo e di riassaporare il piacere della vita.
Fin dall’antichità, l’ idea che alcuni mezzi artificiali potessero essere utili a sopperire ad alcune deficienze fisiche, è stata una costante dell’ ingegno umano.
Basta pensare alla gamba di legno, o all’uncino che aveva lo scopo di sostituire la mano in alcune sue funzioni elementari, o anche al corno acustico.
Negli anni più recenti lo sviluppo tecnologico ha permesso di costruire protesi e organi artificiali sempre più sofisticati, le cui prestazioni permettono di sopperire alle funzioni fisiologiche alterate.
Ad esempio in passato, l’amputazione di un arto, comportava una profonda disabilità, oggi l’uso di protesi artificiali consente di recuperare attività lavorative o anche sportive con prestazioni eccellenti.
risultati che il settore biomedico è riuscito a raggiungere, sono il frutto di enormi sforzi ed investimenti in ricerca e sviluppo che hanno visto protagonisti la stessa industria biomedica e la medicina e che hanno saputo sfruttare le ricadute della ricerca nell’ambito dell’informatica, dell’elettronica, dei materiali compositi o evoluti, della meccanica di precisione, che hanno permesso di rispondere, con prodotti sempre più sofisticati, alle richieste degli operatori della Sanità.
Una delle frontiere raggiunte e che ha moltiplicato le possibilità di un impianto e la durata di un dispositivo, è rappresentata dalla messa a punto di materiali biocompatibili con il corpo umano.
Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano come il progresso tecnologico, affiancato alla scienza medica, sia riuscito a cambiare le aspettative di vita dell’uomo in termini di possibilità di guarigione o di ritorno alla vita attiva, dopo aver subito un grave danno fisico.
Sono moltissimi i dispositivi medici e gli organi artificiali che possono sostituire parti del corpo umano o funzioni fisiologiche che, a causa di patologie o traumi non sono più in grado di svolgere le proprie funzioni.
Oggi, la parte scheletrica di una persona può essere sostituita quasi tutta da protesi artificiali costruite con materiali leggeri, resistentissimi, atossici e anallergici, cioè completamente biocompatibili.
Per esempio, si possono sostituire interamente gli arti superiori e inferiori con BRACCIA e GAMBE ARTIFICIALI che tramite dei biosensori, captano il segnale mioelettrico presente sul moncone e grazie a dei microprocessori interni alla protesi, elaborano tale segnale trasformandolo in comando per dei micromotori che muovono l’arto artificiale, permettendogli movimenti di notevole precisione.
Viene così ripristinata in toto la funzionalità dell’arto perduto in pazienti amputati, che possono riprendere le normali attività di vita quotidiana come lavorare, guidare e persino fare sport.
Grazie ai progressi di biologia, ingegneria e informatica insieme, la Royal Academy britannica ha premiato l’ invenzione più intelligente, la protesi più evoluta in commercio:

http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/scienza_e_tecnologia/mano-bionica/mano-bionica/mano-bionica.html















Grazie alla ricerca del professor Hugh Herr, ha sviluppato e realizzato la caviglia bionica:



http://www.nolimit.it/home/page.asp?ncat=Ausili&IdCx=8&sottocat=0&ID=267























Al fine di prevenire e rimuovere le condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona, per permettere al disabile una partecipazione attiva alla vita della collettività, quindi di predisporre quegli interventi volti a superare stati di emarginazione e di esclusione sociale, mi auguro insieme a quanti aspirino ad una qualità di vita migliore, il SSN, ( Servizio Sanitario Nazionale ), modifichi il Nomenclatore Tariffario, il documento che elenca gli ausili e i presidi tecnologici forniti, seguendo le evoluzioni della ricerca.

Nel ringraziarLa di tutto quello che potrà fare per sostenere tale causa, colgo l’ occasione per invitarLa ad assistere alla maratona di nuoto di fondo Capri_Napoli, alla quale prenderò parte e di porgerLe i miei più

Cordiali Saluti.

Salvatore Cimmino

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh un po' inquietante ma sicuramente molto, molto interessante...Spero proprio che le persone con difficoltà motorie vedano questi "sogni" trasformati in realtà e applicabili alla vita quotidiana.
Ciao

PaoloDepa ha detto...

Ciao Salvatore,
appena venuti a conoscenza della tua partecipazione alla Capri-Napoli abbiamo deciso di dare risalto alla cosa sul nostro blog www.nuotopiano.it.

Troverai anche un link a questo blog molto interessante tra i nostri siti amici.

Sperando di aver fatto cosa gradita, ti inviamo i nostri "in bocca al lupo" per sabato prossimo!

Ciao dallo staff di NuotoPiano.it