lunedì 16 marzo 2009

Interrogazione Parlamentare




































Seduta N. 144 dell'11/3/2009


LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, MECACCI, ZAMPARUTTI, BELTRANDI e BERNARDINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:il quotidiano II Riformista nella sua edizione del 1° marzo 2009, ha pubblicato un articolo della giornalista Serenella Mattera, nel quale tra l'altro si legge: «Quattro anni fa ho imparato a nuotare. Sono entrato in una piscina perché dovevo riabilitarmi, rimediare ai danni fisici che mi aveva causato una protesi obsoleta. La usavo perché era quel che passava la sanità italiana. E ne pagherò le conseguenze per il resto della mia vita. Così adesso per protesta nuoto. Nuoto per lunghi tratti, in mare aperto, nella speranza che qualcuno mi ascolti». Salvatore Cimmino ha 44 anni, una moglie, un figlio, un lavoro in Finmeccanica. Insomma una vita normale. Se non fosse per il fatto che da ragazzo a causa di un tumore ha perso la gamba destra e da allora si scontra ogni giorno con una società e una politica che «sembra non abbiano proprio sviluppato i sensi per percepire le problematiche di noi disabili»;la barriera più alta che Salvatore ha incontrato sulla sua strada si chiama «nomenclatore tariffario» ed è l'elenco degli ausili e delle protesi che il Servizio Sanitario Nazionale riconosce ai disabili. Qual è il problema? Che quella lista risale al '99 e «intanto la tecnologia si è evoluta. Ma lo Stato continua a fornire protesi che sono vecchie e spesso, come nel mio caso, dannose». Perciò, da quando per curarsi ha dovuto imparare a nuotare, Salvatore non si è più fermato. Nel 2007 ha protestato facendo il giro d'Italia a nuoto. Da maggio sei tappe lo porteranno sulle coste d'Europa, «perché nel nostro paese per sollevare un problema servono gesti eclatanti. E spesso non bastano. Secondo fonti Inail, ogni giorno in Italia ci sono 147 nuovi disabili. Manca un censimento recente, ma si stima che in totale siano quasi tre milioni di persone. E per loro io chiedo maggiore sensibilità e che finalmente la politica si decida e approvi il nuovo nomenclatore»;fino al 2005 Salvatore si è accontentato della protesi che gli passava lo Stato. «Leggevo sulle riviste delle evoluzioni della ricerca tecnologica, dei nuovi ausili elettronici e speravo che le ASL dessero anche a noi, Ma non è mai successo». La regione Lazio, dove Salvatore vive, gli aveva fornito una protesi scheletrica («in titanio alluminio, con rivestimento di gommapiuma. Roba da anni '80»). Però ha iniziato ad avere problemi a stare a lungo in piedi, a soffrire di fitte alla schiena causate proprio da quella protesi, che lo costringeva a movimenti poco naturali. Solo allora gli è stato riconosciuto un ausilio di nuova generazione, uno di quelli elettronici che aveva a lungo atteso, senza poterselo permettere. «Era però un'eccezione alla regola, che ancora costringe migliaia di disabili, quelli che non possono pagare di tasca propria, ad accontentarsi di strumenti superati»;Nevio Minici, che non può muovere braccia e gambe a causa di una tetraplegia, conosce il problema per esperienza personale e per mestiere. Vende articoli per la riabilitazione nel centro Italia e assicura che ci sono «aziende straniere che procurano appositamente materiale di qualità inferiore per potersi aggiudicare le gare da noi. Ne ho la certezza». Colpa, lamentano i disabili dei nomenclatore mai aggiornato, e di una mentalità che punta al risparmio. Anche se è dimostrato che alla lunga si paga un più alto costo sociale. CGIL stima in 550 mila i disabili che se messi in condizione, lavorerebbero. E Cimmino ricorda uno studio fatto dall'Università Bocconi nel 2004, in base al quale i dispositivi elettronici in partenza costano di più («il mio circa 30 mila euro, riabilitazione compresa»), però poi fanno risparmiare: perché il disabile riesce a muoversi meglio e perché il mio fisico subisce danni minori e si stanca meno, anche sul lavoro. «Senza considerare il guadagno il termini di dignità della persona». Il nuovo nomenclatore tariffario, in realtà, è
pronto. È stato redatto, ma non è in vigore, perché attende il via libera della conferenza Stato-regioni...» -:se quanto riferito dal Riformista corrisponda al vero e in caso affermativo se non ritenga incivile la situazione sopra descritta, e quali siano le iniziative che si intendano promuovere e sollecitare;se sia vero che manca un censimento recente che possa consentire di conoscere quante siano le persone che, come il signor Cimmino hanno necessità di protesi, strumenti e ausili riconosciuti dal Servizio sanitario nazionale;se sia vero che, come sostiene il signor Minici, vi siano aziende straniere che producono appositamente materiale di qualità inferiore per potersi aggiudicare gare in Italia; in caso affermativo quali siano queste aziende straniere, e a quanto ammontino le offerte che hanno consentito loro di aggiudicarsi le gare e in quali regioni;se sia in grado di fornire tempi certi per il varo del decreto sul nuovo nomenclatore.(4-02521)



1 commento:

Unknown ha detto...

Cimmino Ministro subito!