Mi ricordo che era inverno, l’ anno era il 1979, avevo quasi 15 anni, quando un fastidio, alla gamba destra poco sotto il ginocchio, che durava da qualche giorno convinse i miei genitori a farmi fare una lastra per sgombrare ogni complicazione, mi ricordo come se fosse ieri, oltre al dottor Gargiulo, il radiologo, era presente anche l’ ortopedico, il dottor Sandro Ricciardi, con i quali successivamente nascerà un rapporto forte e solidale.
Era buio e faceva freddo, il viso del dottor Ricciardi dopo aver scrutato la lastra diventò cupo, mi accorsi subito che c’ era qualcosa di grave, l’ aria diventò all’ improvviso molto pesante, mia madre e mio padre fecero di tutto per nascondermi la loro preoccupazione ma non ce ne fu bisogno. Successivamente dopo qualche giorno, sono venuto a conoscenza che mi era stato diagnosticato un cancro, un osteosarcoma, un tumore dal quale difficilmente si sopravviveva quando si diagnosticava in ritardo come nel mio caso, ma grazie a Dio e all’ amore dei miei genitori e dei miei fratelli, miracolosamente sono sopravvissuto.
Purtroppo era solo l’ inizio di un periodo, durato più di tre anni, di enorme sofferenza e fatica per me, nonostante non fossi sempre cosciente, ed i miei genitori , in quanto subito iniziai un ciclo di chemioterapia ogni venti giorni per due anni, ed un altro ogni 2 mesi circa per il terzo anno, per cui con tutte le difficoltà del caso mio padre e mia madre, e quasi sempre mio zio Giuseppe, fratello di mia madre, iniziarono una sorta di calvario, praticamente il nostro tempo trascorse tra autostrada, alberghi e ospedale. Mi ricordo che conoscevo a memoria tutte le uscite e le aree di sosta tra Torre Annunziata e Bologna Casalecchio.
Ma come tutte le storie, anche questa finì, ma ahimè ne iniziò un’ altra molto più complicata, che dura ancora oggi, soprattutto da un punto di vista psicologico, in quanto dovetti affrontare prima la compassione e successivamente l’ emarginazione tradottosi nel tempo in diffidenza perchè ancora oggi nel 2008 non si comprendono ancora in tutta la sua interezza, le difficoltà di un disabile, dalle barriere architettoniche, il 90% delle strutture presenti sul territorio non rispettano le leggi in merito e quindi precludono l’ accesso; a quelle della sanità, per la quale siamo figli di una tecnologia minore, e quindi ci preclude l’ innovazione; infine a quelle psicologiche, in quanto con la presenza di queste barriere siamo limitati al punto di non poterci esprimere in tutta la nostra esistenza, e quindi privati dei diritti elementari quali la libertà e l’ uguaglianza.
Tra due mesi compirò 44 anni, il 23 di giugno per l’ esattezza e la sensazione è quella che il tempo si sia fermato al 1979, è come se vivessi due vite parallele, una privata, come allora serena e felice, con i miei genitori, oggi con mia moglie e mio figlio Alessandro, l’ altra piena di complicazioni per l’ emarginazione e la diffidenza, ma grazie a persone eccezionali insieme alle istituzioni che rappresentano, come il Circolo Cannonieri Aniene, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Roma, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza e per ultimo i Carabinieri, i quali quotidianamente mi trasmettono affetto, amicizia e soprattutto complicità sostenendo il mio sciopero del nuoto al fine di far affermare quei Diritti che da sempre ci vengono negati.
In un articolo precedente scrivevo: “Quando la Disabilità non è eliminabile, è possibile sempre liberare le potenzialità che la disabilità non cancella. Sono potenzialità che vanno sostenute e incrementate: la riabilitazione, infatti, oltre che restituire funzioni compromesse, ne attiva altre e pone un argine al decadimento “; “La disabilità non è soltanto bisogno, è anche e soprattutto stimolo e sollecitazione. Certamente è domanda di aiuto, ma è prima ancora provocazione nei confronti degli egoismi individuali e collettivi, è invito a forme sempre nuove di fraternità”.
Con questa mia testimonianza, desidero invitare le maggiori Associazioni, oggi presenti in Italia come l’ ANMIC, la FISH, il Coordinamento Nazionale delle Famiglie dei disabili gravi e gravissimi, e tutte le altre di non combattersi reciprocamente per affermare la propria leadership, ma di unire le proprie forze per illuminare ed aiutare le istituzioni nell’ integrazione delle persone Disabili.
Sperando che questo mio appello venga recepito con serenità e fratellanza, vi invito il prossimo 5 luglio ad essere presenti alla gara di gran fondo “Capri_Napoli”, alla quale prenderò parte e scusandomi se arriverò qualche ora più tardi rispetto agli altri concorrenti.
Con Affetto
Salvatore Cimmino
1 commento:
ciao a utti
ho messo un sondaggio riguardante il nuovo governo
www.noidisabili.blogspot.com
vi aspetto numerosi
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