giovedì 18 febbraio 2010

Grazie Presidente

















Il Presidente Giorgio Napolitano visita lo Yad Vashem Holocaust Memorial's Hall

Egregio Presidente,

desidero ringraziarLa per avermi fatto pervenire la medaglia predisposta per la traversata a nuoto del lago di Tiberiade, da Kefar Nahum a Ein Gev, del prossimo 7 maggio 2010, relativa al progetto “ A nuoto nei mari del globo “.
















Gentile Presidente, Le sono profondamente grato per l’ onore che, come massima istituzione italiana ha voluto conferirni. Voglio dedicare questa medaglia al Circolo Canottieri Aniene e alla Fondazione Roma che, da sempre al mio fianco, sostengono con forza il progetto, rendendo possibile tutto quello che finora ho potuto realizzare.
Oggi la disabilità rappresenta un ostacolo insidioso nella vita di tutti i giorni: le limitazioni che ne conseguono compromettono quelle funzioni che la gente considera normali. Patologie come malattie ereditarie o congenite, un trauma, possono causare queste difficoltà. I giovani, per esempio, possono subire a causa delle guerre, di incidenti stradali, traumi tali da costringerli sulla carrozzina per il resto della loro vita; molte persone ancora attive possono cadere vittima di incidenti sul lavoro, di malattie neurologiche che ne limitano la mobilità e le facoltà cognitive.










































Un disabile ha diritto di ricevere massimo rispetto e considerazione, alla stessa dignità di tutti gli esseri umani.
Purtroppo la nostra società non favorisce, non incoraggia e non agevola l’ integrazione, nel suo seno, delle persone disabili: pregiudizi, limitazioni strutturali, barriere architettoniche, impediscono un ‘ esistenza dignitosa. Il nostro sistema limita la nostra visibilità e la nostra mobilità. Le barriere più ostinate, i muri più solidi sono quelli di carattere psicologico e mentale che ci precludono la condivisione del mondo, quindi dello stesso destino.
Le persone disabili sono in grado di offrire moltissimo, non solo in relazioni di competenza professionale, ma anche e soprattutto di umanità, di genuinità, di calore umano.
Credo che queste sensazioni possano contribuire al recupero da parte dei disabili - di qualsiasi età, ma specialmente dei più giovani - di quelle potenzialità residue che altrimenti non troverebbero il modo di esprimersi, aiutandoli ad acquisire una maggiore consapevolezza del proprio corpo e, conseguentemente, rafforzandoli dal punto di vista emotivo.
Ho capito che per noi disabili è importante “stare” nel mondo, cercare di incidere sui processi di socializzazione e integrazione, testimoniare il valore della diversità, lottare per affermare i propri diritti.
Oggi, la tecnologia ha superato le più rosee previsioni e, nel campo dei presidi protesici, i risultati sono avanzatissimi: i nuovi dipositivi protesici consentono una qualità di vita inimmaginabile fino a qualche anno fa, riducendo di molto i problemi legati a una postura e a una deambulazione scorrette.
Purtroppo, in Italia, a differenza di quanto accade in altri paesi europei, questi strumenti non vengono forniti dal servizio sanitario nazionale se non a costo di lunghi e complicati percorsi burocratici.
Il Nomenclatore tariffario, strumento che regola la fornitura dei presidi protesici, non viene aggiornato dal 1992 e dunque non tiene conto dei progressi fondamentali ottenuti dalla ricerca.
Si tratta di un caso di vera miopia culturale da parte di un paese come l’Italia che invece, in ambito normativo, vanta leggi avanzatissime e, soprattutto a livello di istituzioni locali, spesso pone grande attenzione all’integrazione e all’assistenza dei disabili.
Da qui è partita la mia “battaglia”, consentendomi di vivere un’esperienza unica e irripetibile soprattutto dal punto di vista umano:
E questa consapevolezza l’ho avuta piena nel corso di questi anni quando ho conosciuto, persone straordinarie che da sempre si occupano con dedizione, passione e competenza di integrazione dei disabili attraverso lo sport.
Da loro ho ricevuto una grande lezione e grazie a loro oggi mi sento di poter contribuire appieno alla realizzazione di un mondo migliore, un mondo senza barriere capace di valorizzare al massimo le potenzialità di ognuno.
Carissimo Presidente, tale inatteso e graditissimo presente mi sprona a continuare nel mio impegno con la massima concentrazione e dedizione, incoraggiato anche dalla volontà di servire la nazione.
Carissimo Presidente, con tale spirito Le invio i miei ringraziamenti e i miei più affettuosi saluti.

Salvatore Cimmino

Thank you Mr. President


















Italian President Giorgio Napolitano visits the Yad Vashem Holocaust Memorial's Hall


Dear Mr. President,

I am writing to thank you for having awarded me a medal for the swim across Lake Tiberiade, from Kefar Nahum to Ein Gev next May 7th 2010, as part of the project “Swimming around the globe”
Mr President, I am profoundly grateful for the honour that the highest Italian institution has conferred to me together with Circolo Canottieri Aniene and the Fondazione Roma who have sustained me throughout this project, making possible everything that has been done and my contribution so far to the world of the disabled.


















Today, disability is an insidious obstacle in daily life: the limitations which derive from being disabled compromise those functions which most people consider normal. Pathologies such as hereditary or congenital illnesses, or an accident, can cause these difficulties. Young people at war, in road accidents, can be confined to a wheelchair for the rest of their lives; may people who are still active can be victims of accidents at work, neurological illnesses which limit their mobility and cognitive faculties.
A disabled person has the same right to respect, consideration and dignity as any other human being.












































Sadly, our society doesn’t favour, encourage or facilitate the integration of disabled people: prejudice, structural limitations and architectural barriers prevent a dignified existence. Our system limits our visibility and our mobility. The most obstinate barriers, the most solid walls are those which are psychological and mental, and make it impossible to share the world and the same destiny as others.
Disabled people are able to offer a great deal, not only as regards professional competence, but also as regards humanity, genuine feelings and human warmth.
I think that these sensations can contribute in part to the recovery by disabled people – of any age, but in particular for the young – of those residual potentialities which otherwise wouldn’t have found any means of expression, and will help them to acquire a greater awareness of their own body and consequently strengthen them emotionally.
I realize that for the disabled, it’s important to “be” in the world, to try to make a difference to processes of socialisation and integration, to testify to the value of diversity and fight for our own rights.
Today, technology has exceeded the most ambitious previsions and in the field of prosthetics, the results are incredibly advanced. New prosthetics allow a quality of life which was impossible to imagine until a few years ago, reducing dramatically the problems linked to bad posture and incorrect walking.
Unfortunately in Italy, unlike other European countries, these instruments are not provided by the National health service, unless you are able to conduct long and complicated bureaucratic procedures.
The instrument which regulates the provision of prosthetics hasn’t been updated since 1992 and so doesn’t take into account fundamental progress obtained through research.
It’s a case of cultural short sightedness by a country like Italy which, as far as regulations go, has very advanced laws and at the level of local institutions often gives a great deal of attention to assistance of the disabled.
This is where my “battle” began, allowing me to live a unique and unrepeatable experience, above all from a human point of view.
This awareness came to me over the years when I have met extraordinary people who dedicate time, passion and competence to the integration of the disabled through sport.
I have learned important lessons from them and thanks to them I feel I can contribute to the realization of a better world, a world without barriers which can bring out the maximum potential in each of us.
Dear Mr. President, your unexpected and very welcome gift pushes me to continue to strive with the maximum concentration and dedication, encouraged by the will to serve our nation.
In this spirit, I send you my thanks and my most respectful greetings.

Salvatore Cimmino

mercoledì 27 gennaio 2010

Un viaggio fantastico

Sono stato particolarmente colpito dalla calorosa accoglienza ricevuta in Israele, tra Tel Aviv, Haifa e Tiberiade, da parte di persone straordinarie che, con entusiasmo, della solidarietà fanno quotidianamente la loro bandiera.
Aver condiviso anche solo qualche momento con questi uomini e queste donne eccezionali ha costituito, per me, un momento di grande e forte emozione.














Salvatore Cimmino con Piero Abbina

Il primo incontro, il 14 gennaio, è stato con Alessandro Viterbo, presidente dell’associazione Tsad Kadima, “ Un passo avanti “, di Gerusalemme, che si occupa di organizzare e aiutare il percorso formativo dei bambini che soffrono di lesione cerebrale in Israele, a prescindere dalla religione, dal credo o dall’appartenenza etnica.















Alessandro Viterbo con suo figlio Yoel

Non c’eravamo mai visti prima ma i nostri occhi non si sono lasciati fino al momento dei saluti. Alessandro è papà di un ragazzo affetto da lesione cerebrale, da piccolo era completamente
immobile, ma grazie alle cure amorevoli della famiglia, insieme al sostegno di uno stato presente a trecentosessanta gradi, questo ragazzo, insieme a tanti altri, non solo ha recuperato tante funzioni, ma addirittura riesce a soddisfare e coltivare propri interessi, Alessandro mi raccontava che non gli era mai capitato di andare in un locale ad assistere un concerto, suo malgrado è stato costretto da suo figlio ad andarci!!!!


















Salvatore Cimmino con Vittorio Funaro e Paolo Luccardi

Lo stesso giorno a Tel Aviv abbiamo conosciuto Noah Brown, un ragazzo pieno di entusiasmo che ha fondato un’associazione che si occupa di addestrare cani alla guida dei non vedenti.












Noah Brown

Il secondo giorno, 15 gennaio, siamo andati in Galilea per incontrare il direttore delle Relazioni Esterne della Jordan Valley Council Idan Helman, (per questo ringrazio il Presidente Yossi Vardi), che si è dimostrata subito entusiasta del progetto per il quale ero andato in Israele insieme agli amici e consoci del Circolo Canottieri Aniene Piero Abbina, Presidente dell’ Associazione Italiana Amici del Technion, Vittorio Funaro, Paolo Luccardi e Nora Alkabes.















Piero Abbina con Rita Levi Montalcini

Idan si è dimostrata molto interessata assicurandoci addirittura la partecipazione del governo israeliano attraverso l’adesione del ministero dell’Educazione e dello Sport. Grazie a Idan ho potuto conoscere una gran bella persona, Orna Chimoni, fondatrice del Kibbutz Beit Eyal, “ La casa di Eyal “. Intitolato alla memoria del figlio che perì durante il conflitto israelo-libanese nel 1997, questo Kibbutz si pone come obiettivo il recupero fisico e sociale dei militari e dei civili vittime del terrorismo, a prescindere dalla religione, dal credo o dall’appartenenza etnica.
Orna rappresenta la parabola israeliana contemporanea: insieme con altre tre mamme, Bruria Sharon, Zohara Antebi, e Rachel Ben Dor, hanno costretto l’esercito israeliano, nel 2000, a lasciare il Libano. Furono soprannominate le “Quattro Madri”.
















Orna Shimoni

Il giorno seguente, sabato 16, abbiamo incontrato il Ministro Plenipotenziario dell’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv Gabriele Altana il quale, oltre a garantirci il proprio appoggio, sostegno e patrocinio, si attiverà per dare all'iniziativa il massimo risalto nella comunità italiana (ebraica e non) che risiede in Israele.
Dopo l’incontro con l’Ambasciata siamo partiti per Haifa.
L’ultimo giorno della nostra permanenza in Israele siamo stati ospiti dell’ Istituto di Tecnologia Israeliano “Technion”. Abbiamo incontrato lo scienziato Moshe Shoham, direttore del laboratorio di Robotica, il quale ci ha illustrato le sue ultime scoperte emozionandoci per la capacità di trasmettere con semplicità e passione i risultati del suo lavoro.









Prof. Moshe Shoham con Christopher Reeve

Ci siamo salutati con la promessa che il 7 maggio, giorno della traversata a nuoto da Cafarnau a Ein Gev, sarà in prima fila.
Amos Levan, Capo Ufficio Stampa del Technion, ci ha assicurato che s’impegnerà per diffondere il più possibile la nostra iniziativa. Anche Claudio Pagliara corrispondente Rai da Israele ha confermato l’impegno ad occuparsi di questo evento.














Piero Abbina tra il Presidente Napolitano e Rita Levi Montalcini


Non è stato facile organizzare e realizzare questo progetto che non avrebbe mai visto la luce senza l’apporto, determinante e decisivo, del Circolo Canottieri Aniene, della Fondazione Roma e dei consoci Pietro Abbina, Vittorio Funaro, Paolo Luccardi, Marco Zilia e della nostra Nora Alkabes.

Un abbraccio affettuoso al Presidente Giovanni Malagò e al Presidente Emmanuele Emanuele. La fiducia che hanno voluto accordarmi rappresenta la mia forza ed il mio orgoglio.

Grazie
Salvatore Cimmino

martedì 26 gennaio 2010

A fantastic trip

I was particularly moved by the warm welcome received in Israel, in Tel Aviv, Haifa and in Tiberiade, by wonderful people who with enthusiasm make solidarity a daily part of their lives.
To have shared even a few moments with these exceptional men and women, has been an amazing experience for me.
My first meeting on 14th janaury was with Alessandro Viterbo, President of the association Tsad Kadima “A step forward”, based in Jerusalem, which cares for the education of children with cerebral lesions in Israel, in spite of religion, creed or ethnic background.



















Alessandro Viterbo con Fabio Cannavaro

We hadn’t met before but our eyes locked until the moment we said goodbye. Alessandro is father of a boy with a cerebral lesion, who was completely immobile as a small child, but thanks to the loving care of his family and to the assistance of a State which is totally present, this boy, like many others, has not only recovered many functions, but can even satisfy and coltivate his own interests. Alessandro told me that he had never been to a club to hear a concert before, but his son insisted that he go!!!
The same day in Tel Aviv, we met Noah Brown, a young man full of enthusiasm who founded an association which trains guide dogs for the blind.













Noah Brown

On 15th January, the second day of my visit, we went to Galilee to meet the director of External Relations of the Jordan Valley Council, Idan Helman (for this my thanks go to the President Yossi Vardi), who was enthusiastic about the project for which I’d travelled to Israele, together with friends and co members of Circolo Canottieri Aniene, Piero Abbina, President of the Italian Association Friends of Technion, Vittorio Funaro, Paolo Luccardi and Nora Alkabes.















Piero Abbina, Giorgio Napolitano e Rita Levi Montalcini


Idan was very helpful, assuring us of the participation of the Israeli government through the Ministry of Education and Sport. Thanks to Idan I met a wonderful person, Orna Chimoni, founder of the Kibbutz Beit Eyal “Eyal’s House”. The name is in memory of her son who perished during the israeli-lebanese conflict in 1997 and the aim of the Kibbutz is to help the physical and social recovery of soldiers and civil victims of terrorism, despite religion, creed or ethnic background.














Orna Shimoni

Orna is a kind of contemporary Israeli parable: Together with another three mothers, Brucia Sharon, Zohara Anteli and Rachel Ben Dor, they forced the Israeli army in 2000 to leave Lebanon. They were nicknamed “the Four Mothers”.
The next day, Saturday 16th, we met with the Minister of the Italian Embassy in Tel Aviv, Gabriele Altana who, as well as offering his support and patronage, will do his best to give the maximum coverage of our event to the italian comunity (jewish and non) which resides in Israel.
After the meeting at the Embassy, we left for Haifa.
On the last day of our stay in Israel, we were guests of the Israelian Institute of Technology “Technion”. We met the scientist Moshe Shoham, director of the Robotics lab, who showed some of his discoveries, amazing us with his ability to transmit with simplicity and passion the results of his work.









Prof. Moshe Shoham and Christopher Reeve


We said goodbye, promising that on 7th May, the day I’ll swim from Cafarnau to Ein Gev, he’ll be in the front row.
Amos Levan, Head of the Press Office of Technion assured us that he will do all he can to publicise our event. Also Claudio Pagliara, RAI correspondent in Israele, confirmed his willingness to cover the event.















Salvatore Cimmino e Piero Abbina

It wasn’t easy to realize this project which would never have come to light without the fundamental and decisive support of Circolo Canottieri Aniene, Fondazione Roma, and my fellow club members Pietro Abbina, Vittorio Funaro, Paolo Luccardi, Marco Zilia and our Nora Alkabes.




















Salvatore Cimmino, Vittorio Funaro e Paolo Luccardi


My thanks to President Giovanni Malagò, and to President Emmanuele Emanuele. The faith they have shown in me is my strength and pride.

Thank You.
Salvatore Cimmino

martedì 22 dicembre 2009

SOLIDARIETA', l' essere interessato e sollecito dei bisogni altrui















In questi anni grazie alla comprensione e all’ entusiasmo di tanti, ho potuto informare tantissime persone, che altrimenti non avrei saputo come raggiungere, di un problema che è certamente specifico, cioè la fornitura dei dispositivi protesici di ultima generazione agli amputati, ma che in realtà riguarda molto in generale tutto il mondo della disabilità all’ interno del quale siamo in molti a condividere problemi, fatiche ed emarginazione.
L’ ho fatto attraverso il nuoto, io che certamente nuotatore non sono, e ho potuto farlo grazie al fatto che, come sempre accade nella vita, con l’ aiuto di tanti è più facile raggiungere gli obbiettivi, anzi niente è impossibile!!!!
Mancano pochi giorni al Natale, da sempre sinonimo di speranza, pace, fraternità e solidarietà.
Proviamo ad immaginare tutti insieme che emozione sarebbe un mondo senza barriere, proviamo ad immaginare che emozione il Natale per i bambini disabili: giochi, allegria, desideri, attesa.
Questo è un pensiero di augurio di buone feste e di un felice anno nuovo. Ma anche e soprattutto un messaggio di speranza per quanti non condividono ancora il progresso e il benessere.
Tutti dovrebbero nutrire la propria vita con il gioco, i desideri, l’ allegria. Purtroppo, ancora troppo spesso il gioco resta un desiderio, insieme a tanti altri non esauditi, e l’ allegria un’ aspirazione.
Oggi vi ringrazio ancora e ancora vi chiedo un sostegno: a maggio, tra il 2 ed il 9 nuoterò nel lago di Tiberiade, da un villaggio arabo, Tabgha, ad un villaggio israeliano, Ein Gev.
Colgo l’ occasione per ringraziare con tutto me stesso chi ha trasformato quello che era il mio sogno in realtà: il Jordan Valley Council, l’ istituto di tecnologia Israeliano Technion, di cui Albert Einstein è stato il primo presidente, le Associazioni Beit Eyal e Tsad Kadima, l’ ambasciata israeliana di Roma, ed infine il Circolo Canottieri Aniene e la Fondazione Roma, per l’ apporto ed il sostegno che hanno profuso in questi anni.
Come sempre io ci metterò le braccia, accompagnatemi, come sempre avete fatto, con il cuore.


Salvatore Cimmino