martedì 8 settembre 2009

Nuotare controcorrente















Non è facile, nel nostro paese, vivere uno stato di disabilità motoria: alle limitazioni e ai disagi caratteristici della nostra condizione si aggiungono spesso ostacoli causati da un contesto sociale culturalmente e psicologicamente arretrato dal punto di vista dell’accoglienza e dell’integrazione.
La scarsa attenzione di chi occupa abusivamente un parcheggio riservato ai disabili, o di chi ostruisce uno scivolo di accesso ai marciapiedi, o ancora di quanti, nonostante le leggi, non modificano ascensori o rampe di scale invalicabili si traduce, per il disabile, in limitazione effettiva della libertà e, di conseguenza, in un grave colpo alla dignità di soggetti già fortemente provati.
A tutto questo pensavo quando ho iniziato a progettare il Giro d’Italia e poi il Giro d’Europa a nuoto. Dall’età di quattordici anni vivo senza una gamba, amputata a seguito di un osteosarcoma. Credo di essermela cavata piuttosto bene, ho superato i periodi di convalescenza con l’aiuto di medici e riabilitatori intelligenti e sensibili, ho imparato a camminare con le prime protesi vivendo, nel corso degli anni, i progressi scaturiti da una incessante ricerca scientifica e tecnologica.
Oggi, nel campo dei presidi protesici, i risultati sono avanzatissimi: le nuove protesi elettroniche consentono una qualità di vita inimmaginabile fino a qualche anno fa, riducendo di molto i problemi legati ad una postura e a una deambulazione scorrette. Purtroppo, in Italia, a differenza di quanto accade in altri paesi europei, questi strumenti non vengono forniti dal servizio sanitario nazionale se non a costo di lunghi e complicati percorsi burocratici. Il Nomenclatore tariffario, strumento che regola la fornitura dei presidi protesici, non viene aggiornato dal 1992 e dunque non tiene conto dei progressi fondamentali ottenuti dalla ricerca.
Si tratta di un caso di vera miopia culturale da parte di un paese come l’Italia che invece, in ambito normativo, vanta leggi avanzatissime e, soprattutto a livello di istituzioni locali, spesso pone grande attenzione all’integrazione e all’assistenza dei disabili.
Da qui è partita la mia “battaglia”, che mi ha portato in giro per l’Italia e per l’Europa consentendomi di vivere un’esperienza unica e irripetibile soprattutto dal punto di vista umano: confesso di aver fatto parte per lungo tempo di quel nutrito gruppo di cittadini pigri e capaci solo di lamentarsi. E questa consapevolezza l’ho avuta piena nel corso di questi anni quando ho conosciuto, dalla Calabria fino a Copenhagen e Malmo, persone straordinarie che da sempre si occupano con dedizione, passione e competenza di integrazione dei disabili attraverso lo sport. Da loro ho ricevuto una grande lezione e grazie a loro oggi mi sento di poter contribuire appieno alla realizzazione di un mondo migliore, un mondo senza barriere capace di valorizzare al massimo le potenzialità di ognuno.
Il 1 settembre si è svolta la penultima tappa, da Copenhaghen a Malmo: non si può dire che sia stata una prova eccelsa. Le correnti troppo forti, le onde altissime, condizioni complessive davvero avverse hanno costretto gli organizzatori a fermarmi dopo nove ore di nuoto e a quattro miglia dall’arrivo (su diciotto). Si è trattato di una prova per me estremamente ardua dal punto di vista fisico, poco dopo l’inizio il mare ha cominciato a tradirmi costringendomi a nuotare controcorrente rimanendo praticamente fermo, ed è stata dura anche per Adolfo, provato ed emozionato fino alle lacrime di fronte alle mie difficoltà. Mentirei se dicessi di non aver provato delusione. Ma ho sempre in mente il vero obiettivo di ciò che sto facendo e, in questo senso, è stato un vero successo: sia a Copenhagen che a Malmo l’accoglienza è stata straordinariamente affettuosa, il riscontro sulla stampa davvero notevole ed io spero che tutto ciò possa contribuire ad avvicinarmi all’obiettivo che mi sono posto e per il quale ormai siamo veramente in tanti a combattere.
Ringrazio per l’organizzazione, l’accoglienza, l’affetto Jan Bengtsson insieme a tutta la HISO;
Carina Nilsson insieme a tutta la città di Malmo; Angelo Tajani per la sua abnegazione;
Carsten Mortensen insieme a tutta la DHIF; l’ assessore alla cultura di Copenhagen Pia Allerslev insieme a tutta la cittadinanza; Grazia Mirabelli insieme a tutta la Comites.
Inoltre ringrazio di cuore per la partecipazione la dr Clara Bencivenga, Direttore dell’ Istituto di Cultura Italiana, e il dr Pierluigi Gentile, 1° Consigliere dell’ Ambasciata Italiana di Copenhagen.
Infine non posso non salutare con affetto I giornali e le televisioni Danesi e Svedesi per aver illuminato e trasmesso al mondo intero il “Giro d’ Europa a nuoto”

Il prossimo anno, lo prometto, ci riprovo!!!!!

Salvatore Cimmino

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non e' la prima volta che nuoti controcorrente, anzi, posso dire che da quando e' iniziato il nostro viaggio non hai mai smesso di nuotare controcorrente.
Continua cosi', che prima o poi la corrente cambia.

Antonio Fonzo