lunedì 2 febbraio 2009

...emozione...




















E’ stata una grande emozione presenziare alla conferenza stampa dei XXXII campionati internazionali giovanili di nuoto, “Coppa Carnevale”, ed è stato altrettanto emozionante
presentare, nell’ occasione, il Giro d’ Europa a nuoto e soprattutto le motivazioni che mi hanno spinto a questa nuova avventura.
Ringrazio con tutto me stesso, oltre che per avermelo permesso, di aver sposato le ragioni ed i valori che sostengono questo evento, l’ Artiglio Nuoto insieme a Renzo Lorenzini ed Enrico Albertini, Presidente e Consigliere, e l’ Asso Nuoto Viareggio insieme a Franca Zappelli, Presidente.
Desidero ringraziare e ricordare che anche quest’ anno sarò accompagnato con calore, affetto ed estrema competenza il Circolo Canottieri Aniene, ed il suo Presidente Giovanni Malagò, e la Fondazione Roma e il suo Presidente, il Prof. Emanuele Emmanuele.



Firenze, Palazzo Sacrati Strozzi 30 gennaio 2009


Nel mondo dello sport, ormai da diversi anni, ho trovato accoglienza, solidarietà e ascolto. Ed è a partire da questo mondo, attraverso i suoi valori, che è nata una iniziativa che mi ha consentito, e ancora mi consente, di condividere tematiche che per me, disabile, sono particolarmente ed ovviamente sentite.
Parlo di condivisione perché ritengo che soltanto con la partecipazione di tutta la società civile sia possibile un percorso di totale integrazione della persona con disabilità. Tutte le donne e tutti gli uomini che, come me, dalla nascita o per un evento successivo, si ritrovano segnati da una difficoltà fisica o psichica vivono in una sorta di attesa di una liberazione dalla gabbia che li imprigiona menomando le loro esistenze. Per questo io credo che sia necessario intervenire essenzialmente nel campo degli stimoli e delle sollecitazioni: quando la disabilità non è eliminabile, è però sempre possibile liberare le potenzialità che non sono state cancellate.
Avevo quattordici anni quando, a seguito di una operazione dovuta ad un osteosarcoma, mi sono ritrovato a dover vivere con un arto amputato. È ovvio che da quel momento la mia vita sia cambiata. Oggi posso lucidamente capire che in allora mi si aprivano davanti due strade, entrambe percorribili: la strada della rassegnazione, della chiusura in me stesso, del distacco dalla vita reale oppure quella della reazione, della ricerca del riscatto, dell’adesione a valori diversi. Non fu facile, ho vissuto momenti duri in cui oscillavo tra l’una e l’altra possibilità. All’esterno trovavo più frequentemente compassione che comprensione, più protezione che sollecitazione. Crescendo però, seppur con fatica, sono riuscito a far sì che gli altri, insieme a me, imparassero a vivere questa disabilità con spirito costruttivo, attribuendo un valore positivo alla diversità, a tutte le diversità, traendo dalla condivisione delle difficoltà un insegnamento più generale.
Oggi sono più forte, e questa forza voglio metterla al servizio di chi ancora non ce la fa, di chi stenta a sopportare la fatica di una vita invasa dai disagi e povera di relazioni emotive, di chi soccombe agli egoismi individuali e non trova il coraggio di rivendicare dignità e amore.
In modo particolare, vista la mia particolare disabilità, mi batto per un obiettivo specifico: la modifica del Nomenclatore tariffario delle protesi e degli ausili. Questo documento risale al 1992: nel corso di questi anni la ricerca scientifica, però, ha fatto passi da gigante. È evidente, dunque, che si tratti ormai di uno strumento datato ed obsoleto, che non tiene conto dell’innovazione tecnologica obbligando i disabili ad utilizzare i vecchi presidi rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale o a farsi carico della differenza di costo con quelli tecnologicamente più avanzati disponibili sul mercato. In altri casi, inoltre, non contempla la possibilità di rimborso per protesi ed ausili che, invece, in altri paesi europei vengono regolarmente forniti tramite i rispettivi Servizi Sanitari Nazionali. Il progresso tecnologico oggi è in grado di offrire un evidente beneficio ai quattro milioni di disabili italiani, come peraltro rilevato da uno studio dell’Università Bocconi di Milano del 2004, secondo il quale, a parità di costo, le protesi di ultima generazione sono in grado di offrire una evidente miglioramento della qualità della vita.
Finché il Servizio Sanitario Nazionale continuerà ad essere poco previdente, preferendo percorrere la via del risparmio, prevedendo budget di spesa incongruenti con la realtà, i disabili italiani dovranno pagare sulla propria pelle il prezzo di scelte che privilegiano il risparmio immediato ed apparente rispetto ad un investimento che, seppur nell’immediato più alto, permetterebbe poi minori costi sociali e sanitari negli anni successivi.
Sono convinto che l’integrazione delle persone disabili abbia fatto progressi, che anche culturalmente tanti obiettivi siano stati raggiunti ed è proprio per questo, perché tutto il lavoro svolto in questi anni non si perda nel mare degli egoismi e dell’individualismo, mi ritrovo ancora una volta a presentare una iniziativa che, spero, possa servire in qualche modo a dare voce alle nostre esigenze, alla nostra voglia di esserci e di partecipare appieno, attivamente e anche con divertimento, alla vita di questo nostro paese.
Per questo tra il mese di maggio e il mese di settembre di quest’anno riprenderà il via il mio “sciopero” del nuoto.
Con Affetto
Salvatore Cimmino

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei una persona coraggiosa e meravigliosa,
con affetto
angela

Anonimo ha detto...

Sei un esempio della forza enorme che sprigiona la volontà di esserci, di fare e di realizzare.

I disabili sono gli abili come me ....