Carissimi Fratelli, Goma è di nuovo in guerra,
forza e coraggio, vi voglio bene!!!
La disabilità oggi, rispetto al passato, non rappresenta più un limite, non preclude più la possibilità di sognare, di avere un lavoro, una casa, una famiglia, di viaggiare. Oggi la tecnologia, applicata ai mezzi di trasporto, alla costruzione di edifici, ai dispositivi protesici non ha più confini, e se tutto questo viene coniugato ad una attività sportiva, anche solo a livelli amatoriali, la disabilità pur non annullandosi può non rappresentare più un ostacolo insormontabile. Prima che iniziassi a nuotare ero senza voce, come un fantasma, ero stanco di lottare, il mio bisogno di aiuto, a parte i miei cari, non era recepito: la disabilità, nella nostra società, è considerata una malattia cronica, irreversibile, senza speranze, e l’unica risposta delle istituzioni era e rimane una assistenza neutra, asettica, episodica. Quando sono stato restituito alla vita, grazie alla solidarietà di una persona capace di ascolto, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di denunciare tutto questo: il completo abbandono delle nostre istituzioni che non tengono conto del progresso, degli obiettivi raggiunti dalla ricerca applicata alla disabilità. L’abbattimento delle barriere architettoniche, la modifica dei LEA, quindi del Nomenclatore Tariffario, e di tutte quelle norme volte alla salvaguardia della dignità delle persone con disabilità erano e rimangono solo slogan enunciati a fini propagandistici. Quando ho preso coscienza delle mie capacità natatorie e dei traguardi che potevo raggiungere attraverso una disciplina che della passione e del sacrificio fa un fondamento portante, non ho pensato neanche per un istante alle difficoltà che potevo incontrare, ho pensato solo che anche io, con il mio impegno, avrei potuto contribuire al progetto di molti, quello di migliorare le condizioni di vita delle persone disabili. Nel mondo ci sono oltre settecento milioni di persone con disabilità, cifra che rappresenta più del 10% della popolazione totale, e solo in pochi paesi queste persone possono godere di una legislazione adeguata, giusta e democratica, mentre, in molti altri, vivono in uno stato di emarginazione e disagio permanente. In questi giorni, ho ricevuto l’adesione al mio progetto “A nuoto nei mari del globo, per un mondo senza barriere e senza frontiere” da un’organizzazione importante come la WOWSA, World Open Water Swimming Association, la quale ha voluto candidarmi, insieme a 14 illustri nuotatori, a “Uomo dell’ anno”. Grazie al sostegno e alla testimonianza di chi presiede egregiamente questa nobile istituzione che vive e diffonde gli alti valori dello sport, ho imparato ad amare questa nobile disciplina e sono fiero ed emozionato di poter anch’io, nel mio piccolo, contribuire a portare un messaggio di pace e solidarietà. È per questo, con umiltà ma anche con grande orgoglio, vi chiedo di sostenermi attraverso il voto, per aiutarmi in questo progetto d’integrazione e accoglienza che renda il mondo in cui viviamo un posto meraviglioso per tutti. Con Affetto Salvatore Cimmino