mercoledì 27 aprile 2011

Lo sport per uscire dal tunnel della disabilità















Parafrasando l’opera di Samuel Beckett, Aspettando Godot, si può dire che la nostra società è dominata dalla credenza che la vita delle persone disabili sia apparentemente senza senso e senza scopo. La diffidenza da sempre, ha condizionato i rapporti tra disabili e normodotati, impedendo la crescita, l’affermazione, la realizzazione dei sogni delle persone con disabilità. Fino a far sorgere una domanda, (un dubbio?), spontanea: è giusto che io esista? Difatti, oggi il primo grande ostacolo che si presenta nella vita di un ragazzo disabile è quello di superare la sfiducia in se stesso: ce la posso fare? Rideranno di me? In Italia, oggi, per combattere la diffidenza, l’emarginazione, l’assenza e la mancanza di una progettualità della politica – che potrebbe rappresentare un’importante risposta al declino dei rapporti umani – ci sono solo gli esempi portati da quelle persone che, pur in gravi difficoltà, hanno comunque saputo trovare la strada per uscire fuori dal tunnel dell’immobilismo; le loro esperienze rappresentano lo strumento fondamentale per trasmettere un dato incontrovertibile: la disabilità può davvero non rappresentare esclusivamente un limite.
Lo sport è al centro di queste esperienze, lo sport rappresenta il volano dell’esistenza delle persone con disabilità, lo sport ha rappresentato la rinascita di una persona alla quale voglio un mondo di bene, e del quale vado fiero di essere amico: Massimo Romiti. Qualche anno fa Massimo subì un incidente molto grave facendo parapendio, riportando lesioni alla colonna tanto gravi da non poter più camminare, se non con una sedia a ruote. Poi un giorno si avvicinò al canottaggio e, come nelle più belle favole, con forza e determinazione ritornò a camminare. Qualche giorno fa, al Circolo Canottieri Aniene, è stata organizzata una conferenza stampa di presentazione del primo corso di avviamento al canottaggio rivolto ai ragazzi disabili, progetto fortemente voluto e organizzato proprio da Massimo per affermare, se ce ne fosse ancora bisogno, l’importanza fondamentale di un’attività fisica, svolta anche solo a livello amatoriale, per sconfiggere le proprie e le altrui diffidenze.

Con Affetto
Salvatore Cimmino

Sports as an escape from the dead end














Quoting Samuel Beckett’s Waiting for Godot, we can say that our society is dominated by the belief that the lives of disabled persons are apparently without meaning or purpose. Suspicion has always influenced the relationships between the disabled and the fully enabled ones, preventing the growth, the positive achievements and the realization of the dreams of people with disabilities. This makes me immediately raise a question, (or is it a doubt?): it is right that I exist? Currently, the first major obstacle in the life of a disabled boy is to overcome the lack of faith in himself: can I make it? Will they laugh at me? In Italy, to fight the distrust, the alienation, the absence of long-term political action – which could be an important response to the decline of human relationships – we are left only with the individual examples given by people who, despite serious difficulties, have been able to find their way out of their stagnant dead end. Their stories are the fundamental tool to spread out an indisputable truth: disability may not actually represent only a limit.
Sports are at the heart of this experience, they represent the driving force of existence for people with disabilities. Physical activity has triggered the rebirth of a person whom I love wholeheartedly and of whom I am proud to be a friend: Massimo Romiti. A few years ago Massimo suffered from a very severe paragliding accident, with such serious injuries to his backbone that he could no longer walk, and was forced on a wheelchair. Then one day he approached rowing, and as in the most beautiful fairy tales, with strength and determination he began walking again. A few days ago, the Circolo Canottieri Aniene Rowing Club, has made a presentation to the press about their first rowing course reserved to young people with disabilities. A project strongly backed and organized by Massimo to affirm how important basic physical activity is, even when carried out at an amateur level, to overcome society’s and even one’s own distrust.

Best Regards
Salvatore Cimmino