martedì 18 gennaio 2011

A nuoto nei mari del globo, 3^ tappa





























Mancano poco più di dieci giorni, (30 gennaio 2011), alla 3^ tappa del giro del mondo a nuoto, “A nuoto nei mari del globo”, dove prenderò parte alla cinquantesima edizione della mitica maratona acquatica “Santa Fè – Coronda”, 57 lunghi km lungo il Rio Paranà.
Saranno 57 km caratterizzati da mille difficoltà, obiettivamente difficili da percorrere: da sempre la Santa Fè – Coronda è famosa per essere una delle gare di nuoto di fondo più difficili al mondo: dicono che nuotare in quell’acqua argillosa dia la sensazione agli atleti di muoversi nell’ inchiostro, le correnti irregolari rendono molto difficile mantenere la direzione obbligandoli ad alzare spesso la testa. Soltanto arrivare al traguardo rappresenta di per sé una vittoria.
Nello stesso tempo è considerata anche una delle competizioni più affascinanti e prestigiose del circuito, grazie alla presenza di decine di migliaia di spettatori che assistono alla gara lungo gli argini del fiume, dai ponti, sulle barche, con interesse ed entusiasmo e facendo un tifo da stadio.
Dopo una ventina di km il precorso si restringe e si entra in un canale, lungo circa due km, dove la corrente è assente, la fatica diventa immane e il tifo incessante degli spettatori seduti sulla riva infonde così tanta energia da consentire agli atleti di superare uno dei tratti più difficoltosi di tutta la gara.
La Santa Fè – Coronda è anche una splendida manifestazione folcloristica e pittoresca, dove verso l’ ora di pranzo l’ aria è invasa dai fumi dei fornelli presenti sulle barche e sulle rive e l’odore predominante diventa quello delle famose empanadas.
Soltando scrivendo, e immaginando, questa esperienza mi vengono i brividi: la paura di non farcela è tanta, il pensiero di affrontare una tale fatica mi fa sentire indifeso ma poi la voglia, il desiderio di mettermi alla prova supera ogni timore e mi vedo già pronto ad affrontare questa ennesima sfida.
Questa gara ha assunto per me un significato particolare, quasi simbolico: le difficoltà che presenta, la determinazione necessaria per affrontarla, l’entusiasmo, che diventa sostegno fondamentale, di quanti assistono, tutto questo rappresenta in qualche modo la metafora della mia vita, della vita forse di ogni disabile. Le ore che trascorro quotidianamente nuotando, per lo più da solo, al di là della preparazione fisica rappresentano per me la possibilità di pensare, di riflettere, di stare con me stesso come mai mi era capitato prima. È un’esperienza che ha segnato profondamente la mia vita, e mi ha fatto capire una cosa fondamentale: la necessità, sempre, di condividere con gli altri ogni difficoltà e ogni gioia. Sono ormai convinto che la partecipazione, la condivisione, rappresentino gli unici strumenti per sconfiggere ogni forma di emarginazione e di solitudine.
Parlare delle difficoltà dei disabili, non stancarsi mai di farlo, è l’unico modo per far crescere questa società. Io l’ho fatto e ho trovato sempre ascolto, disponibilità, voglia di partecipazione. Per questo devo ringraziare Diego Degano, presidente del comitato della Santa Fè – Coronda: grazie a lui, ancora una volta ho la possibilità di dare una mano per rendere visibile al mondo lo stato di emarginazione cui versano le centinaia di milioni di disabili, (600 milioni secondo i dati delle Nazioni Unite ).

Il nostro è una paese strano: avanzatissimo a livello normativo, soprattutto nelle realtà locali ma distratto nel quotidiano, pieno di gente sempre pronta ad occupare un parcheggio riservato o ad ostruire uno scivolo dei marciapiedi. Sono ormai convinto che con queste persone basterebbe semplicemente parlare, coinvolgerle, aiutarle a capire.
Ho iniziato la mia battaglia insistendo molto sul problema della fornitura dei presidi protesici: la ricerca scientifica ci è amica, il legislatore, in questo caso, evidentemente no. È un’occasione mancata perchè un paese che non investe sul benessere di tutti i suoi cittadini è un paese che non ha futuro. Per questo non smetto di sperare, non smetto di lottare, non smetto di nuotare.

Con Affetto
Salvatore Cimmino

Swimming in the seas of the globe, 3rd leg





























We are less than ten days (January 30, 2011) away from the 3rd leg of my "Swimming in the seas of the globe" adventure: I will soon take part in the fiftieth edition of the legendary water marathon "Santa Fe – Coronda", 57 km along the Rio Paranà.
The race will be characterized by many obstacles and will be very difficult to swim: the Santa Fe - Coronda has always been famous as one of the most challenging competitions in the world: some say that swimming in those muddy waters clay gives the athletes the impression they are floating in ink, while uneven currents make it very hard to keep the direction, often forcing them to raise their heads. Just crossing the finish line is in itself a victory.
At the same time it is also considered one of the most fascinating and prestigious competitions in the circuit, with a vast attendance of tens of thousands of people who watch the race along the banks of the river, bridges and on boats, cheering as if they were in a stadium.
After about twenty kilometers the river narrows and you enter into a canal, about two kilometers long, where there is no current, the effort becomes enormous and the never ending cheering of the audience sitting on the bank infuses so much energy, it allows the athletes to overcome one of the most difficult moments of the race.
The Santa Fe - Coronda is also a beautiful and picturesque folk event, where at lunch time the the smoke of the ovens on the boats and on the shore is soon replaced by the scent of the famous empanadas.
Just when I imagine and write about this experience, the doubt of not making it and the thought of facing such an effort makes me feel helpless. Soon, however, the desire to prove myself over every fear gives me all the strenght I need to face this latest challenge.
This race has a special meaning for me, an almost symbolic one: the difficulties and the focus that is needed to overcome them, the enthusiasm and the crucial support of the crowd, is somehow a metaphor of my life, and perhaps of the life of every disabled person. The hours I spend swimming every day, mostly by myself, go beyond the physical preparation and give me the ability to think and reflect, to be with my inner self like never before. It is an experience that deeply influences my life and that keeps me aware of one specific need: to always share with others every challenge and every joy. I am now convinced that teamwork and participation are the only means to defeat all forms of exclusion and loneliness.
Talking about the difficulties of disabled people with ever growing energy, is the only way to improve our society. This is what I did and I always found caring listeneres, who were eager to help. I must therefore thank Diego Degano, chairman of the Santa Fe - Coronda: with his help I can once again lend a hand to show the world the state of marginalization faced by the hundreds of millions of people with disabilities, (600million according to UN figures).
Our country is a strange one: very advanced in its laws and rules, especially at a local level, but at the same time very distracted in everyday life and full of people who are always ready to park in a reserved space or to block a slide on the sidewalk. I am now convinced that we could simply talk to these people, get them involved and help them understand.
I started my battle with much emphasis on the issue of providing prosthetic aids: scientific research is our friend, the legislator, in this case, obviously is'nt. It is a missed opportunity because a country that doesn't invest in the welfare of all its citizens is a country that has no future. That's why I will never give up my hope, I will never stop fighting, I will never stop swimming.

Sincerely
Salvatore Cimmino