lunedì 17 dicembre 2007

Buon Natale & un 2008 migliore


Carissimi Amici,
si avvicina Natale, manca qualche giorno, non sarà festa per tutti.
Esistono, ( il verbo più appropriato, più consono per sottolineare con forza la presenza di persone disabili nella nostra società ), persone che, per mancanza di responsabilità da parte delle istituzioni, sempre più sostituite da associazioni, e quindi da un rapporto diretto inesistente, vivono sulla propria pelle gravi ritardi, distrazioni di risorse, e servizi inadeguati volti a sostenere le cure connesse alla disabilità.
Carissimi compagni di viaggio, oggi nel nostro Paese è in atto un comportamento, a dir poco, bieco nei confronti dei disabili, ne è la prova l’ abrogazione dell’ articolo, Legge finanziaria 2008, relativo alle quote di riserva del servizio civile destinate a persone con disabilità grave, ne è la prova il Nomenclatore tariffario delle protesi e degli ausili, il documento che elenca gli ausili e i presidi tecnologici forniti dal Servizio Sanitario Nazionale alle persone con Disabilità, ancora fermo dal 1992.
Inoltre mi ha colpito tanto la denuncia del presidente nazionale del coordinamento genitori disabili gravi e gravissimi, dopo il 3 dicembre 2007, "giornata internazionale della disabilità", in particolare quando dice: “i disabili gravi e gravissimi non possono autonomamente rappresentarsi e la beffa maggiore è che non ricevono attenzione e risorse dallo Stato ma nemmeno da quel mondo associativo che li dovrebbe ritenere un'assoluta priorità. La visione rosea che il 3 Dicembre è stata data del mondo della disabilità non ci appartiene! Nelle nostre famiglie, lasciate sole a barcamenarsi tra assistenza 24 ore su 24 e lavoro fuori casa, nessuno fa sport o teatro in gruppi integrati, i nostri cari non partecipano a talk-show né ad attività in cui possano esprimere qualcosa di loro stessi. Tutto il nostro tempo è reclamato da pannoloni e respiratori, cateteri e sondini, convulsioni e notti insonni. Quando il nostro Paese finalmente capirà che rappresentiamo un'emergenza sociale che prima o poi esploderà"
Gentilissimi fratelli di avventura, nell’ augurarvi con Affetto e Passione un Buon Natale ed un 2008 migliore, e con la speranza di voler continuare a sostenermi in questo sciopero del nuoto, vi invio i miei più

Cari Saluti
Salvatore Cimmino

mercoledì 12 dicembre 2007

Miss LUANDA








LUANDA - Un concorso di bellezza in Angola è al centro di numerose discussioni; a «Miss Landmine 2008», vi partecipano, infatti, solo le donne vittime delle mine antiuomo nello stato dell'Africa centrale. Il premio per la vincitrice è una protesi per la gamba. Il regista norvegese Morten Traavik, ideatore dell'evento che è programma per il prossimo 4 aprile nella capitale, lo definisce un «progetto artistico» che ha l'unico scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica.


SFIDA ALLE CONVENZIONI -


«Stop al concetto di perfezione fisica prestabilita. Bisogna celebrare la vera bellezza e sostituire il termine 'passivo vittima' col termine 'attivo sopravvissuto'. Tutti hanno il diritto di essere belli», recita lo slogan della manifestazione.


Sul sito, ( http://www.miss-landmine.org/misslandmine_news.html ),


del concorso è già possibile votare. Il portale propone una galleria fotografica con le 10 angolane aspiranti al titolo; una breve descrizione delle candidate, l' anno in cui hanno perso l'arto e anche il prezzo di fabbrica della mina di cui sono state vittime. Più di 4200 persone hanno finora votato online. L'Angola, uscita nel 2002 da un conflitto civile trentennale, sta lentamente sminando il suo territorio, in buona parte disseminato di 15 milioni di mine ( su una popolazione di circa 10 milioni di persone ), secondo le Nazioni Unite. Oltre 100 mila persone vivono oggigiorno in questo paese con una gamba o un braccio amputato.

CRITICHE E REPLICHE - L'artista norvegese Morten Traavik ha deciso di richiamare


l' attenzione dei media sul problema. L' iniziativa, pur godendo dell'appoggio del governo del paese, del supporto dell'Unione Europea e del consiglio culturale norvegese, è stata considerata estremamente controversa e non ha mancato di scatenare forti polemiche. «Non si tratta di votare una 'Miss Mondo' con una gamba sola», ha spiegato Traavik. «È un progetto artistico con uno scopo umanitario», ha precisato. Critiche sono giunte anche dalla stampa norvegese: la rivista «Fett» definisce il concorso «voyeristico», e «dai tratti pornografici», perché focalizzerebbe la sua attenzione solo sulle donne, malgrado anche i maschi siano coinvolti in questa tragedia. Per «Morgenbladet», il progetto «sfrutta in modo ignobile queste donne in difficoltà».


Che ne pensate?

lunedì 10 dicembre 2007

3 dicembre 2007, giornata internazionale della disabilità














NAPOLITANO, IL DISCORSO PER IL 3 DICEMBRE


" Non impegnarsi a costruire un habitat giuridico, fisico e culturale amico della disabilità significa ignorare una grande questione di umanità e civiltà"

Non capita tutti i giorni di avere con sè il presidente della repubblica. Napolitano invece, in occasione del 3 dicembre giornata europea della disabilità, ha rivolto a tutti i disabili, rappresentati da un nutrito gruppo di loro ospiti in Quirinale. Siccome non succede tutti i giorni, vi proponiamo il testo integrale dell'intervento del presidente.



La "Giornata europea ed internazionale delle persone con disabilità" che oggi celebriamo ci induce a riflettere su una condizione che chiunque può sperimentare in alcune fasi della vita. Basti pensare alla condizione che si vive come anziani, spesso non autosufficienti. Basti pensare a come possa accadere di essere vicini a bambini con problemi di disabilità fin dalla nascita. Per non parlare degli incidenti che possono imprevedibilmente colpire e produrre disabilità temporanee o permanenti.Per quel che riguarda in particolare gli incidenti, essenziale è adoperarsi per prevenirli, suscitare uno sforzo generale sul piano della prevenzione. Personalmente ho cercato di attirare l'attenzione sia sugli incidenti sul lavoro, sia sugli incidenti stradali, sia infine sugli incidenti domestici. La prevenzione si deve condurre su molti fronti: quello dello sport, dei danni da farmaci, da uso inappropriato di terapie mediche, da errati interventi chirurgici.È impossibile però azzerare le probabilità di eventi invalidanti ed è impossibile non capire che tali eventi riguardano e possono riguardare tutti, direttamente o nelle persone dei propri famigliari. Sono poche le famiglie italiane che non abbiano o non abbiano avuto tra i loro parenti una persona disabile o un anziano non autosufficiente. Perciò non impegnarsi a costruire un habitat giuridico, fisico e culturale amico della disabilità significa ignorare una grande questione di umanità e civiltà. Le persone con disabilità non devono solo superare barriere materiali e pratiche, ma anche barriere di indifferenza e di ignoranza, devono affrontare anche esplicite offese e persino aggressioni fisiche. È importante in questa Giornata impegnarci ad abbattere tutte le barriere materiali ed immateriali di questa discriminazione.Si deve anche riflettere sul fatto che condizioni penose e speciali, come quelle che impediscono di muoversi, di parlare, di vedere al pari dei cosiddetti 'normodotati', non costituiscono solo mutilazioni e perdite. Quelle particolari condizioni servono ad acuire altre capacità, altre attenzioni e sensibilità. Abbiamo voluto dare un esempio di queste capacità con la piccola mostra nella quale abbiamo esposto: un quadro realizzato dal Centro Diurno "Il Girasole" di Terni e una selezione di opere realizzate dall'ANFFAS (Associazione di persone con disabilità intellettiva e relazionale) e dal Laboratorio artistico de "Gli Amici della Comunità di Sant'Egidio".Non utilizzare le risorse umane che queste diverse abilità possono produrre è anche mancare un'occasione come società. Non a caso, quest'anno la "Giornata europea delle persone con disabilità" ha messo l'accento sul valore del dare a queste persone l'opportunità di un "lavoro dignitoso". Il potenziale contributo che deriva dai diversamente abili, è stato sottolineato anche dalla Commissione europea che ha scelto come tema della sua conferenza annuale quello delle persone con disabilità come "soggetti attivi nel mercato interno". Osserviamo interessanti iniziative, seppure piccole, in questo senso. Si stanno sviluppando, ad esempio, attività che coinvolgono ragazzi Down nel campo della ristorazione come "La locanda dei Girasoli" e la "Trattoria degli amici" già da tempo avviate a Roma e la più recente "I Ragazzi di Sipario" a Firenze.Quest'anno ci viene quindi ufficialmente ricordato che la disabilità va riconosciuta e inserita nel sistema produttivo (del lavoro, dei beni e dei servizi, dei consumi). Il Ministro Ferrero lo ha giustamente e concretamente sottolineato. Noi vorremmo mettere in evidenza come la disabilità rappresenti una potenziale ricchezza nella dimensione dell'etica e dei sentimenti ; essa può insegnare molto non solo a chi la subisce, non solo ai familiari ma, come dimostra l'esperienza di Ines Cameli, può nutrire moralmente chi si dedica a queste come ad altre fasce più deboli della società. Una bella rappresentazione della sfera di problemi e di affetti in cui è immersa la vita delle persone con disabilità ce l'ha offerta il libro di Rita Coruzzi, che ne ha scritto per esperienza diretta e con particolare sensibilità, anche letteraria.La disabilità costituisce, tuttavia, anche e soprattutto un pesante fardello per chi ne è affetto e per i familiari. Ai familiari è affidata nel nostro Paese in larga misura la gestione concreta di situazioni complesse e difficili. A volte, sebbene raramente, questo pesante e difficile incarico ricade sulle spalle di giovani, di ragazzi come Marco Giannì, quindicenne, che fin da piccolo ha accudito il padre Giuseppe, persona con disabilità, immobilizzato. Perché le famiglie possano collaborare al fine di produrre una buona qualità di vita per i loro parenti in condizioni di disabilità, esse devono a loro volta essere sostenute, alleviate, accompagnate; tenendo conto di disuguaglianze che pesano, a cominciare da quelle di reddito, e di difficoltà che debbono in particolar modo affrontare le donne, che sono le prime a prestare aiuto.A sostenere o sostituire la famiglia troviamo reti di servizi e organizzazioni e di molte anche se, purtroppo, non di tutte, siamo lieti di ospitare qui oggi una rappresentanza. Tra organizzazioni volontarie e famiglie ci sono anche interessanti convergenze : come nel caso della Cooperativa Raggio di Sole. I genitori si preoccupano di portare avanti un progetto "dopo di noi, durante noi", cioè di programmare condizioni di vita favorevoli per i propri figli, anche quando loro verranno a mancare.Si esprime spesso insoddisfazione per l'attuale trattamento della disabilità nel nostro paese. Non si possono però sottovalutare punti di appoggio e potenzialità che offre l'Italia : principi sanciti nella nostra Carta Costituzionale (che ci sono stati riletti all'inizio della cerimonia), leggi avanzate già vigenti e nuovi progetti. Il nostro è tra i pochi sistemi educativi nazionali che da anni inseriscono i bambini e i ragazzi con disabilità anche intellettive nelle normali strutture scolastiche : e questo è un importante prerequisito per un buon inserimento nel mondo del lavoro. Insomma, con tutti i suoi limiti, quella italiana viene considerata una strategia di inclusione educativa da imitare. Delegazioni francesi vengono in Italia per studiare la nostra esperienza, delegazioni italiane sono invitate all'estero, ad esempio in Spagna, per illustrarla. E disponiamo in Italia di centri di cura e riabilitazione di autentica eccellenza, come l'Istituto Santa Lucia di Roma, che cito per mia diretta conoscenza.Colgo questa occasione per rivolgere un particolare ringraziamento e plauso a tutti gli operatori che a vario titolo e in vari modi si dedicano alle persone con disabilità. Dal loro impegno dipende in gran parte la qualità della vita sia delle persone con disabilità, sia dei loro famigliari.Concluderemo questa iniziativa consegnando onorificenze e attestati a persone benemerite per come affrontano le proprie disabilità o sostengono quelle altrui. Mi congratulo con loro e ringrazio vivamente tutti quanti hanno contribuito - con la loro presenza, con le loro bellissime testimonianze, con le opere qui esposte, o rendendo anche teatralmente viva questa manifestazione - al successo della nostra Giornata per le persone disabili. Mi auguro che ne venga un messaggio di fiducia per chi è in difficoltà, e di impegno civile per tutti, istituzioni, società e famiglie.

da disabili.com


martedì 4 dicembre 2007

James Doc Counsilman











































....anche il mitico "DOC" attraversò la Manica!!!!!



James E. “Doc” Counsilman è considerato da molti non solo il più grande allenatore di nuoto, ma il più grande tecnico sportivo di tutti i tempi. L’uomo che ha trascorso più di trent’anni alla guida della squadra maschile di Indiana university, conquistando 6 campionati NCAA consecutivamente, conquistato 23 titoli Big Ten, allenato 48 atleti olimpici che hanno conquistato 46 medaglie ai Giochi, 26 delle quali d’oro. Counsilman è morto il 4 gennaio 2004, all’età di 83 anni, dopo una lunga battaglia contro il morbo di Parkinson. Campione di nuoto egli stesso, Counsilman, fu allevato dalla madre, imparando a nuotare in una vasca per pasci di St. Louis. Perfezionò le proprie abilità presso la locale YMCA e infine nuotò per l’università di Ohio State, dove stabilì primati mondiali nei 50m e nelle 300y a rana. La seconda guerra mondiale interruppe la sua carriera, e Counsilman divenne pilota di un bombardiere dell’aviazione USA. Fu insignito di una croce al merito dopo aver ricondotto sano e salvo alla base il suo equipaggio dopo un abbattimento subito in Europa. Dopo la guerra conseguì il PhD in fisiologia e divenne professore presso Indiana, dove le sue ricerche rivoluzionarono lo sport del nuoto. Il suo libro, Scienza del nuoto, è ancora il punto di riferimento per gli allenatori di tutto il mondo. Alle Olimpiadi di Tokyo 1964 e Montreal 1976 Counsilman guidò due dei team maschili più vincenti nella storia del nuoto. A Montraeal, il suo team conquistò 12 medaglie d’oro su 13. Ma coloro che gli furono vicini ricordano Counsilman non solo per la sua esperienza e per il suo genio scientifico, ma anche per la sua umanità e compassione. Jim Montogomery, atleta di Counsilman ad Indiana, fu il primo uomo a scendere sotto i 50’’ nei 100m stile libero. Conquistò tre ori e un bronzo a Montreal e cinque ori (due individuali e tre in staffetta) ai Mondiali di Belgrado nel 1973. Oggi conduce il Dallas aquatic masters program e una squadra di high school sempre a Dallas. Penso che Doc ha influenzato le vite di moltissimi giovani, la mia e quella dei miei compagni di squadra dice Montogomery. Ci ha insegnato a non abbatterci mai, a dare il 100% e a non avere rimpianti. Il suo carattere aveva molti lati positivi. Montgomery racconta di essere stato colpito dall’approccio mai mollare di Counsilman. Lo ha mantenuto per tutta la sua vita. Aveva nuotato prima della guerra. Era stato pilota durante il conflitto ed era sopravvissuto. A 57 anni decise di attraversare la Manica a nuoto”. A 58 anni, Counsilman divenne l’uomo più anziano ad avere compiuto tale impresa. Anche con i suoi problemi di salute, anche se costretto in una sedia a rotelle, continuava a girare a bordo vasca filmando, facendo domande dice Montgomery. Era una roccia, e quando hai 18-20 anni hai bisogno di stabilità, hai bisogno di un modello - e questo era Doc”. La relazione fra Counsilman e i suoi atleti andava molto oltre l’insegnare la scienza del nuoto ed allenare, secondo Montgomery. Era quasi un secondo padre, perlomeno per me a quel tempo. Mi ha mostrato cosa significano termini come coraggio, integrità, autocontrollo. Qualcosa su cui poter modellare la propria vita dopo il nuoto, e credo che la sua eredità consista nel fatto che io posso trasmettere gli insegnamenti di Doc ai miei atleti e alla mia famiglia”. I suoi atleti sanno chiaramente cosa differenziava Counsilman dagli altri coach. Doc possedeva un mix unico di incredibile intelligenza, creatività pura, incredibile senso dell’umorismo e genuina umanità dice Montgomery. Poi c’erano questi faccia a faccia, durante i quali conoscevi Doc come un uomo che dava molto più di quanto ricevesse. Era l’attenzione che dimostrava verso di me e gli altri atleti. Non era quel genere di professore spocchioso che si limitava a conoscere la materia. Lui sapeva rendere i concetti alla portata di tutti e condividerli con gli altri, allenatori ed atleti. Era più un maestro che un ricercatore. Anche Gary Hall Sr. ha nuotato sotto Counsilman ad Indiana. Hall ha stabilito 10 WR nella sua carriera, conquistato 23 titoli AAU, 7 titoli NCAA, segnato 23 record USA. Ha vinto due argenti e un bronzo partecipando a tre Olimpiadi nel 1962, 1968, 1972. Doc era una di quelle persone originali, capaci di uscire dagli schemi. Ha apportato così tante innovazioni da cambiare lo sport”. Hall si riferisce in particolare all’utilizzo del cronometro e all’interval training, che cambiarono lo sport del nuoto. Credo sia stato il primo a pensare al nuoto con un approccio scientifico piuttosto che in termini puramente atletici dice. Era molto avanti sul suo tempo. La sua più grande capacità era trattare molto, molto bene gli atleti dal punto di vista psicologico. Aveva una squadra di superstar, e sapeva trattare con ciascuna e farla sentire la persona più importante del team. Sia Hall sia Montgomery sono certi che l’empatia e il senso dell’umorismo di Counsilman fossero altrettanto efficaci dei suoi principi scientifici ai fini della produzione di atleti vincenti. Un famoso esempio era la sua abitudine di lanciare caramelle agli atleti come ricompensa.