martedì 27 settembre 2011

L’uguaglianza sarà forse un diritto, ma nessuna potenza umana saprà convertirlo in un fatto.













PROVINCIA di ROMA - Conferenza Stampa, 26 settembre 2011
Da sinistra: Stefano Testini, Salvatore Cimmino, Claudio Castellani,
Marco Giunio De Santis.


Sono alla vigilia di una tappa molto impegnativa, sia dal punto di vista climatico che dal punto di vista organizzativo.

Il prossimo 30 settembre, grazie all’entusiasmo travolgente e alla collaborazione di John Kirwan, persona stupenda e particolarmente sensibile al tema della disabilità, partirò per la Nuova Zelanda, un viaggio molto lungo: impiegherò infatti due giorni per arrivare a Wellington, passando per Londra, Seoul e Auckland. Lì tenterò di attraversare lo Stretto di Cook, in condizioni meteo marine certamente non facili poiché la temperatura del mare – e anche quella esterna – con molta probabilità non supererà i 7 gradi celsius.



Cerco di essere ottimista pensando che in fin dei conti in Canada, il maggio scorso, ho trovato le stesse condizioni: effettivamente nuotando da Victoria, Fleming Beach, fino a Pedder Bay, sede del Pearson College posso tranquillamente affermare di essere morto dal freddo! Eppure il ricordo che porto nel cuore, di quei giorni e delle splendide persone che ho incontrato, ancora mi accompagna e mi sostiene in quanto sto per affrontare.

Questa tappa giunge in un momento molto duro per gli equilibri internazionali: anche i paesi più sviluppati del mondo stanno attraversando una crisi economica e sociale forse grave quanto e forse più di quella del 1929.

Come allora, anche oggi, a pagarne le conseguenze più gravi sono le parti deboli della società, perché la crisi si riversa su persone anziane, bambini, lavoratori dipendenti e persone con disabilità e le loro famiglie. I tagli al welfare si traducono in risorse sempre più limitate da destinare al lavoro, alla sanità, all’istruzione. La disoccupazione in Italia ha raggiunto cifre da record e tra i disoccupati l’80% è rappresentato da persone con disabilità. I tagli all’istruzione hanno comportato forte compromissione dell’attività di sostegno e di recupero nelle scuole, con gravi disagi nei confronti dei ragazzi disabili e anche la situazione della sanità pubblica non versa in condizioni migliori.

Anche in questa situazione di crisi continuo a sperare nella percorribilità di una strada che porti all’indipendenza della persona con disabilità: solo attraverso il lavoro si può svolgere appieno il ruolo di cittadino; solo attraverso l’occupazione si possono scoprire nuovi talenti per costruire una società migliore; solo attraverso il lavoro le persone con disabilità possono sostenere se stessi e le loro famiglie.

In questi tempi di crisi economica, mentre in alcuni paesi si sta tagliando la spesa sociale, è ancor più necessario elaborare e attuare programmi che riguardino l’inserimento lavorativo.

In conclusione, includere i bambini, i ragazzi disabili nella scuola e nello sport sicuramente servirà a sconfiggere la diffidenza e, immancabilmente, contribuirà a una crescita rivolta ai valori dell’accoglienza e della solidarietà.

Includere le persone disabili nel mondo del lavoro, sicuramente gli darà la possibilità di partecipare come protagonisti nella vita del Paese, nello stesso tempo migliorerà le condizioni di lavoro.

Includerci nella società, abbattendo le barriere fisiche e morali, sicuramente ci avvantaggerà, ma immancabilmente ne beneficeranno tutti, le mamme, i bambini gli anziani.

Con Affetto

Salvatore Cimmino

Equality is a right, perhaps, but no human power will convert it into a fact.













PROVINCIA di ROMA - Press Conference, September 26th 2011
From left: Stefano Testini, Salvatore Cimmino, Claudio Castellani, Marco Giunio De Santis.


It is the eve of a very challenging task, both on the level of climate and on the organizational one. Upcoming 30th September, thanks to John Kirwan’s involving enthusiasm and collaboration, and his marvelous sensitivity towards the topic of disabilities, I will flee to New Zealand. The journey is very long: in fact, I will take two days to get to Wellington, via London, Seoul and Auckland. There I will try to cross the Cook Strait, in highly uneasy sea conditions, as the water temperature, and the external one too, is unlikely to exceed 7 degrees Celsius.

I am trying to feel positive thinking about Canada last May where I found the same conditions: actually, swimming from Victoria, Fleming Beach, to Pedder Bay where Pearson College is, I felt cold to death! Yet, the memory I hold tightly in my heart goes back to those days and splendid people I met, supporting me in what I am about to face.

This stage comes in a very tough moment for international affairs: even the most developed countries worldwide are facing a financial and social crisis just as, or even greater, than the one in 1929.

As it was back then, nowadays the toughest consequences weigh upon society’s weakest people, as the crisis strikes elderly people, children, employees, and disabled people and their families. Welfare cut offs mean increasingly limited resources aimed at work, healthcare, and education. Unemployment in Italy has reached its highest peak, and among unemployed people 80% is represented by disabled people. Education cut offs have led to huge difficulties for guidance support and recovery in schools, leading to serious unease for disabled youngsters, in addition to the uneasy conditions of public healthcare.

Even in such crisis we continue to hope to trek along a road that leads to the independence of disabled people: only by working, we can fully play the role of citizens; only through employment we can discover new talents to build a better society; only by working, disabled people can support themselves and their families.

In these times of economic crisis, while social expenses are being cut in some countries, it is even more necessary to develop and implement programs concerning job placement.

In conclusion, including children, disabled youngsters in schools and in sports activities will surely help overcome mistrust and, inevitably, will contribute to growth including the values ​​of hospitality and solidarity.

By employing disabled people, they will have the possibility to participate as protagonists to our country’s life, and at the same time this will improve employment conditions.

Including us in society, pulling down physical and moral barriers, will certainly favor us, but will unfailingly benefit everyone, mothers, children, and elderly.

Best wishes,

Salvatore Cimmino

venerdì 2 settembre 2011

6th edition - I swim for Gianca













Camogli, ( Genoa ) August 6th 2011

The fairy tale I’m going to tell you is set in the beautiful Gulf of Tigullio where, on the 6th of August, we held the sixth edition of “I swim for Giancarlo.” We swam for over ten kilometers in order to raise funds for research and for people who suffered from spinal injuries when playing rugby and other sports in Italy.

From Portofino to Camogli, passing through the beautiful waters of the Marine Protected Area. Ten thousand meters with amateurs and champions of both the past and today, with testimonials as exceptional as Giancarlo Volpato, Gianca for all of us, a reference point for willpower and desire to live, and founder of the event.

This 2011 edition will be remembered for the important milestone of doubling the number of participants since the first one, and in terms of fundraising. We have achieved 70,000 Euros, which will allow us to continue supporting current projects and scientific research that is approaching ever successful results. Another accomplishment was to donate a Fiat Doblò van, equipped to carry disabled people, to another great athlete: Cosimo Alessandro, also a victim of a sports accident like Giancarlo. Cosimo has founded the association “Friends of Cosimo”, which strives to raise awareness and disseminate safety-related issues in the world of rugby.














From left: G. Di Venanzo, J. Kirwan. T. Gelisio, G. Cacciamano, V. Abete

This edition will also be remembered for the extraordinary participation of the Japanese national rugby team, led by coach John Kirwan, who is our main supporter. With his help, in October I will live another magic experience: I’m about to travel to New Zealand, where I will swim across the Cook Strait, but this is an another story that I will tell you later on.

I began writing by calling this story a fairy tale, because once again I was lucky to share a magical moment with wonderful people, who taught me that nothing is impossible. This is a world where sport is a synonym of solidarity, where brave people live their lives helping others, working every day to overcome the suffering and exclusion and building an inclusive society, where disability is not a limit and integration is by default.

Cheers
Salvatore Cimmino

6^ edizione - Io nuoto per Gianca













Camogli, ( Genova ) 6 agosto 2011

La favola che sto per raccontarvi è ambientata nella splendida cornice del golfo del Tigulio dove, lo scorso 6 agosto, si è svolta la sesta edizione di “ Io nuoto per Gianca”.
Una nuotata di oltre diecimila metri con lo scopo benefico di raccogliere fondi a favore della ricerca e di persone vittime di traumi da gioco alla colonna vertebrale del mondo rugbistico italiano e sportivo in generale.
Da Portofino a Camogli, passando attraverso le splendide acque dell’ Area Marina Protetta. Diecimila metri percorsi da amatori e da campioni di ieri e di oggi, testimonial eccezionali come eccezionale è Giancarlo Volpato, Gianca per tutti noi, punto di riferimento per forza di volontà e voglia di vivere, nonché ideatore della manifestazione.
Questa edizione del 2011 sarà ricordata per l’ importante traguardo raggiunto sia per il numero di partecipanti, siamo raddoppiati rispetto alla prima edizione, sia in termini di raccolta fondi: abbiamo raggiunto quota 70.000 euro, cifra che che permetterà di continuare a sostenere i progetti in corso ed una ricerca scientifica che si avvicina sempre più a risultati importanti e che ha inoltre permesso di donare un Fiat Doblò attrezzato per il trasporto disabili ad un altro grande atleta, Cosimo Alessandro che, come Giancarlo Volpato, è rimasto vittima di un’ incidente di gioco. Cosimo ha fondato l’associazione “Amici di Cosimo” che si batte per sensibilizzare e diffondere le tematiche legate alla sicurezza nel mondo del rugby.












Da sinistra: G. Di Venanzo, J. Kirwan, T. Gelisio, S. Cimmino, G. Cacciamano, V. Abete

Questa edizione sarà ricordata anche per la partecipazione straordinaria della nazionale giapponese di rugby capitanata dall’allenatore e nostro trascinatore John Kirwan.
Grazie a John, il prossimo ottobre vivrò un’ altra magia: sto per partire per la Nuova Zelanda dove attraverserò a nuoto lo Stretto di Cook, questa è un’ altra favola che vi racconterò più avanti.

Ho iniziato questo racconto definendolo una favola perché ancora una volta ho avuto la fortuna di condividere con persone meravigliose un momento magico che ci ha insegnato che niente è impossibile. Questo è un mondo dove sport fa rima con solidarietà, fatto di persone coraggiose che mettono la propria vita al servizio del prossimo, lavorando quotidianamente per sconfiggere la sofferenza e l’emarginazione e costruire una società a misura di tutti, dove la disabilità non rappresenta un limite e l’integrazione non è un optional.

Con Affetto
Salvatore Cimmino